Parlano i soccorritori tornati dalla Toscana: “in strada anche un metro d’acqua”
Sono rientrati tra ieri e l’altro ieri i componenti del primo gruppo di soccorritori valdostani intervenuto nella Toscana alluvionata. Arrivata sabato scorso, nelle terre flagellate dal passaggio della tempesta Ciaran – che, oltre ai danni, si è lasciata alle spalle otto morti – la colonna mobile partita dalla nostra regione, composta da personale e mezzi di Protezione civile e Vigili del fuoco, è stata subito assegnata alla zona di Campi Bisenzio, a nord-ovest di Firenze.
“Rispetto ad altri scenari emergenziali – racconta il collaboratore tecnico antincendi Luca Crétier –il primo problema era riuscire a muoversi con i mezzi”. In alcuni luoghi, in strada, erano presenti ancora battute da 70/100 centimetri d’acqua. “In giro non c’era nessuno – prosegue il racconto – da due giorni la popolazione era chiusa in casa senza elettricità, né riscaldamento”.
Alla zona, oltre al contingente valdostano, erano assegnati i soccorritori della Lombardia (della Protezione civile regionale e dell’Associazione Nazionale Alpini) e dell’Ana nazionale. Un’azione congiunta per cui, nella giornata di domenica scorsa, circa 120 persone erano all’opera nelle vie di San Giorgio/San Crespi e, messe in azione le idrovore, “domenica stavamo rilanciando nel fiume Bisenzio una cosa come 24mila litri d’acqua al minuto”.
Liberata la viabilità, il lavoro si è spostato sul prosciugamento delle autorimesse condominiali e domestiche, anch’esse allagate. “Abbiamo iniziato con le idrovore, – sottolinea il tecnico della Protezione civile valdostana Edy Milliery . per poi passare, quando l’acqua era più bassa, alle motopompe”. E’ la fase del lavoro in cui i soccorritori valdostani sono entrati maggiormente in contatto con la popolazione.
“Gli allagamenti impattano psicologicamente sulla popolazione – aggiunge Milliery – e occorre fare appello a virtù di mediazione. Spesso ti chiedono, anche animatamente, perché non sei ancora arrivato da loro e serve spiegare la logica dell’intervento, sottolineando che si procede arrivando da tutti. In quei casi, le persone ascoltavano e si moderavano”.
In quella fase del lavoro, puntualizza Crétier, hanno anche iniziato a verificarsi anche problemi di dissesto idrogeologico nei garage. Imbibiti dall’acqua, sono crollati dei muri interni, o dei controsoffitti. I soccorritori si sono dedicati anche a quelle situazioni e al problema che stanno ancora gestendo i componenti del secondo gruppo valdostano avvicendatosi in Toscana.
“Con le strade liberate e le autorimesse in via di sgombero dall’acqua – racconta il funzionario del Corpo valdostano dei Vigili del fuoco – le persone hanno iniziato a depositare a margine delle case mucchi di masserizie che erano all’interno”. Per chi è tornato in Valle, è impossibile pronunciarsi sui tempi residui dell’intervento, anche perché occorrerebbe la visibilità sulle zone in cui lavoravano altri soccorritori, ma un sentimento resta forte al rientro.
Per Milliery è la “forte collaborazione che si è instaurata non solo tra le componenti volontarie e professioniste del contingente valdostano, ma anche con i soccorritori dell’Ana nazionale e Lombarda e della Regione Lombardia. Non esisteva più un corpo di appartenenza, si ragionava e operava per obiettivi e questo ha consentito un grande lavoro di tutto il contingente”.
Per Crétier, che era alla prima esperienza in uno scenario d’emergenza, è stato rappresentato dal compito di coordinazione tra le due componenti del gruppo, quella tecnica (rappresentata dai Vigili del fuoco) e quella della Protezione civile. “In questo compito, – afferma – sono da segnalare due figure, il caposquadra Ivo Danna e il tecnico Edy Milliery, grazie alle quali siamo riusciti ad assegnare gli incarichi al personale e a compiere il lavoro”.