Prosegue il processo su un giro di prostituzione a Saint-Vincent

18 Dicembre 2008

“Io in quel locale lavoravo come barista, non so nulla di prostituzione”, ha raccontato al giudice Mercedes Iraida Hernandez, 42 anni abitante a Saint-Vincent, testimone durante il processo a carico di Alberto Zamperlin, 65 anni e di sua moglie Delcinea Pereira Gomes, 48 anni di origine cubane, entrambi residenti a Châtillon. I due sono accusati di aver tollerato la prostituzione nel loro locale di Saint-Vincent, il “Golden Lyion”. A processo anche Lien Wals Sotolongo, 32 anni di Brescia. Zamperlin e la moglie, difesi dall’avvocato Filippo Vaccino e dalla collega Adele Murino, respingono duramente le accuse.

I fatti risalgono al 2007. Dalle indagini, effettuate dai carabinieri, era emerso che Zamperlin e la moglie mettevano a disposizione il loro locale alle due cubane, che lì procacciavano clienti per le loro ragazze. In particolare, Lien Wals Sotolongo cercava i clienti da fornire alle giovani cubane della sua ‘scuderia’. Le indagini erano partite nella primavera del 2007, a seguito di un’altra operazione, denominata “Neve a primavera”, che aveva portato all’arresto di altre tre persone. Infatti, dalle intercettazione era emerso che le due cubane parlavano di incontri da organizzare tra clienti, facoltosi, e prostitute. Una prestazione andava dai 70 ai 150 euro, per salire verso cifre decisamente maggiori per un’intera notte a luci rosse.

Durante il processo di mercoledì scorso sono stati sentiti numerosi testimoni. Ma nessuno ha detto che le ragazze che frequentavano di locale di Zamperlin si prostituivano. L’udienza è poi stata aggiornata al 16 gennaio, quando verrà conferito l’incarico al perito, che dovrà tradurre le intercettazioni in lingua spagnola.

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