Puniti dalla giustizia sportiva, si salvano alla Corte dei conti grazie alla prescrizione

Marco Conchatre e Giovanni Inversi, ex dirigenti della Federazione Italiana Gioco Calcio, erano stati puniti disciplinariamente per irregolarità nell’uso di contributi regionali. I magistrati contabili, però, sono inciampati nella prescrizione.
Cronaca

Dal punto di vista della giustizia contabile, l’ipotesi di danno erariale a carico di Marco Conchatre e Giovanni Inversi, già presidente della Delegazione provinciale di Aosta e del Comitato provinciale della Federazione Italiana Gioco Calcio, va considerata prescritta. Lo ha stabilito la Corte dei Conti, con sentenza dello scorso 18 dicembre, mettendo la parola “fine” ad un procedimento in cui il procuratore Chiarenza aveva chiamato in giudizio i due per presunte irregolarità nella gestione di contributi erogati dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta.

La vicenda aveva avuto un prologo a livello di giustizia sportiva, tanto che gli imputati, con decisioni della Commissione nazionale disciplinare e della Corte di giustizia federale risalenti al 2008, erano stati condannati a sanzioni disciplinari. Da quel procedimento, ed in particolare dalle notizie di stampa che lo avevano raccontato, deriva l’interessamento della Corte dei Conti, con il procuratore Chiarenza che apre un istruttoria nei confronti dei due ex dirigenti sportivi.

Durante gli accertamenti svolti dai vari organi è emerso come Conchatre avesse ricevuto contributi dalla Regione per l’incentivazione di attività sportive dilettantistiche, riferiti agli anni 2003, 2005, 2006 e 2007, per un totale di 69.639 Euro, e “ne aveva disposto personalmente, senza iscriverli nella contabilità e nei bilanci”. Lui stesso aveva ammesso il fatto che tali somme fossero state gestite “estraneamente ai conti della Federazione”, circostanza confermata anche dalla documentazione bancaria acquisita dalla Procura contabile. Inversi, invece, aveva obblighi di vigilanza su Conchatre, violati accettando omaggi indebiti dallo stesso ed omettendo i controlli cui era tenuto.

In queste condotte, l’ufficio inquirente della Corte dei Conti ravvisava un danno alla Regione, pari alle somme erogate dalla stessa e – con atto del febbraio dello scorso anno – aveva quindi chiamato in giudizio Conchatre e Inversi, chiedendone la condanna. Nell’udienza tenutasi il 12 novembre 2015, le difese dei due imputati (gli avvocati Fabrizio Callà e Tommaso Servetto) hanno sostenuto da subito l’intervento della prescrizione, essendo l’ultima erogazione del marzo 2007, mentre l’invito a dedurre della Corte è stato notificato nel settembre 2014 (quindi ben oltre i cinque anni previsti dalle norme). A tale tesi, il Pubblico ministero Chiarenza si è opposto, argomentando che il termine per il calcolo della prescrizione decorresse da quando si è acquisita la documentazione della giustizia sportiva per approfondire l’ipotesi di danno (cioé il 2013).

I legali di Conchatre ed Inversi hanno inoltre sostenuto l’assenza di occultamento doloso delle cifre erogate dalla Regione, “che non chiedeva rendicontazione”. Per le difese, la condotta dei due costituiva forse “irregolarità amministrativa, ma non la distrazione di fondi, i quali sono stati utilizzati a favore del calcio dilettantistico: non esistendo obbligo di rendicontazione, sono spese ormai impossibili da documentare e ricostruire”.

Nella sentenza, la sezione giurisdizionale della Corte “accede alla tesi accusatoria secondo la quale vi è stato occultamento doloso”, ma lo stesso è sicuramente cessato “nel momento in cui vi è stato un accertamento ufficiale da parte delle autorità sportive”. Da quel punto della vicenda (il 2008) va quindi considerato il termine per il calcolo della prescrizione delle eventuali responsabilità contabili, che "è dunque intervenuta". A carico di Conchatre e Inversi, quindi, nessuna azione risarcitoria, ma i giudici hanno disposto la compensazione delle spese del procedimento, “dal momento che non si tratta di assoluzione nel merito”.
 

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