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Recuperato lo scialpinista svizzero infortunatosi ieri sul colle Tsanteleina: trauma dorsale

E’ uno svizzero di 46 anni, che ha trascorso la notte, dopo essere stato raggiunto via terra da guide e medico, al rifugio “Benevolo”. In Ospedale ad Aosta, le prime cure per il trauma dorsale riportato.
Cronaca

Si è concluso stamane, quando sfruttando una schiarita l’elicottero della Protezione civile è riuscito a raggiungere i 2.287 metri del rifugio “Benevolo” a Rhêmes Notre-Dame, il soccorso dello scialpinista svizzero feritosi ieri, giovedì 27 aprile, cadendo per una quindicina di metri, su un salto di roccia, sul Colle Tsanteleina.

In prima battuta, sul far del giorno, sembrava che le condizioni continuassero a non consentire il volo, per cui una squadra da terra era partita per raggiungere il rifugio, per portare materiali e medicinali utili a curare l’infortunato. Dopo non molto, però, le nuvole si sono diradate e il decollo di “Sierra Alfa 1” dall’aeroporto “Gex” è stato possibile, pochi minuti prima delle otto.

Lo scialpinista, 46 anni, è stato così trasportato a valle e si trova ora in Ospedale ad Aosta. Urtando sulle rocce si è cagionato un trauma dorsale. Le sue condizioni sono stabili. L’infortunio è avvenuto nel primo pomeriggio di ieri, nella zona a monte del “Benevolo”. L’uomo, con altri due compagni, stava scendendo per ultimo quando, in un tratto che si affronta in “calata”, l’ancoraggio della corda ha ceduto.

L’allarme, alla Centrale Unica del Soccorso, è scattato alle 15. L’elicottero è riuscito ad arrivare al rifugio, ma le nuvole non gli hanno consentito di andare oltre. Al velivolo non è quindi rimasto che sbarcare le guide del Soccorso Alpino Valdostano e il medico del 118, che hanno raggiunto lo scialpinista dopo un’ora di marcia circa e non senza difficoltà dovute alla neve e alla scarsa visibilità. 

L’uomo è stato portato al “Benevolo”, dove – oltre al trauma – è giunto lievemente ipotermico, condizione che è stata risolta nella notte trascorsa in rifugio, coprendolo e facendo risalire la sua temperatura corporea. Stamane, in ospedale, la diagnostica approfondita e le prime cure per il trauma. L'uomo è stato ricoverato in rianimazione per politrauma. La prognosi è riservata.

L’incidente rilancia la questione dell’osservanza delle previsioni meteo, da parte di chi frequenta la montagna. “Le condizioni – spiega Adriano Favre, direttore del Soccorso Alpino Valdostano – vanno valutate localmente e non è così detto che, alla partenza degli scialpinisti dal ‘Benevolo’, fossero talmente negative”.

“Tuttavia, – aggiunge Favre – bisogna considerare che se ci si avventura in quota in una giornata che, come peraltro era nei bollettini di ieri, può arrivare a impedire il volo dell’elicottero, le conseguenze di un problema, anche minore come una semplice distorsione, possono risultare amplificate. Devi alzare il livello di attenzione: è un po’ come sull’Himalaya: fai tutto con molta cura, perché sai che i soccorsi non possono arrivare in tempi brevi”.

“Se tutto è normale, – conclude il Direttore del SAV – chiamando al telefono o con la radio sul ‘canale E’, in venti minuti l’elicottero riesce ad arrivare. Diversamente, cambia molto. Ieri il medico non si è tirato indietro ed ha seguito le guide nell’avvicinamento via terra al ferito: la componente sanitaria sta crescendo molto, frutto anche del lavoro che stiamo compiendo assieme, ma in condizioni di neve e visibilità bassa nulla è scontato”.


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