Ritrovato morto in un crepaccio il novarese disperso sul Rosa

30 Aprile 2019

Era finito nelle viscere del ghiacciaio per circa trenta metri, dopo essere caduto in un crepaccio nei pressi del colle del Lys, a 4.151 metri di altitudine, sul massiccio del Monte Rosa. Là, attorno alle 16.30 di oggi, martedì 30 aprile, i soccorritori hanno recuperato il corpo senza vita di Massimo Peressini, 44 anni di Novara, di cui non si avevano più notizie dalla serata di domenica scorsa. A condurre al ritrovamento, una traccia nella neve. Giunti al varco, con l’ausilio delle corde, i tecnici si sono calati ed hanno individuato la salma.

Le operazioni erano proseguite anche oggi, per il secondo giorno, in condizioni complesse, vista la meteo proibitiva, con vento e freddo. Il Soccorso Alpino di Valle d’Aosta e Piemonte e i finanzieri del Sagf hanno usato tutte le risorse umane e tecnologiche a loro disposizione: elicotteri, droni, guide, unità cinofile e la nuova antenna del sistema “Recco”. Peressini aveva annunciato, in un messaggio lasciato alla moglie, la volontà di recarsi alla punta Parrot (4.432 metri) con le ciaspole. Il punto in cui è stato ritrovato oggi conferma che stesse seguendo effettivamente quell’itinerario.

Preoccupati dal non vederlo rientrare in serata, i familiari avevano dato l’allarme. La sua auto era stata localizzata ad Alagna e l’ultimo dato certo era che avesse preso l’impianto di risalita tra il paese e la Punta Indren. Dopodiché, le sue tracce si perdevano. Nell’area, dove domenica si è corsa una edizione tra le più difficili di sempre del trofeo “Mezzalama”, la situazione in quota era critica, con venti tra ottanta e cento chilometri orari e temperature ampiamente sottozero. Oltre alla moglie, Peressini lascia due figli.

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