Sfruttamento, botte e minacce ad un lavoratore: due indagati

Al dipendente di un’azienda agricola di La Salle, dal gennaio al marzo scorsi, secondo la Procura, sarebbero stati riconosciuti mediamente 10 euro per 15 ore di lavoro, oltre all'alloggiamento in un container.
procura, aosta
Cronaca

Mediamente dieci euro di retribuzione per quindici ore di lavoro, periodi di riposo riconosciuti in assoluta difformità dalla normativa in materia e l’“ospitalità” in un container (cioè, in una “situazione alloggiativa degradante”). Sono le condizioni disumane in cui, secondo l’inchiesta condotta dalla Procura di Aosta, il dipendente di un’azienda agricola di La Salle si sarebbe trovato dal gennaio al marzo scorsi.

Chiuse le indagini preliminari, il pm Carlo Introvigne imputa al titolare dell’azienda (una 34enne) ed a colui che ne è ritenuto il gestore di fatto (un 49enne), in concorso tra loro, il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Un’ipotesi delittuosa rivista da una legge del 2016, che trova il suo presupposto nell’approfittarsi, da parte del datore dell’impiego, dello stato di bisogno del lavoratore. Vista la recente revisione normativa, potrebbe trattarsi di una delle prime contestazioni di sempre nella nostra regione.

Ad uno dei due indagati, il Pubblico ministero addebita poi le lesioni personali, per essersi scagliato  contro il dipendente e averlo colpito con calci quando era già a terra, cagionandogli una frattura alla mano sinistra, giudicata guaribile in trenta giorni. Nell’episodio, collocato dagli inquirenti al 3 marzo di quest’anno, non sarebbero poi mancate le minacce, rappresentate dalle parole, arrivate dopo le botte: “Tanto io so come farti sparire nel letamaio, così non ti troverà più nessuno”.

Tale contestazione è aggravata, nella tesi della Procura, dall’aver commesso il fatto per guadagnare l’impunità rispetto allo sfruttamento del lavoratore. Dagli accertamenti su questo episodio sarebbero infatti emerse le condizioni d’impiego che hanno condotto alla formulazione delle altre accuse. Gli indagati hanno ora alcuni giorni per chiedere al pm altri atti di indagine, di essere sentiti, oppure per depositare memorie o documentazione difensiva.

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