La Procura chiede la condanna per l’uomo che ha sostenuto di essere stato sequestrato a Natale

Per il 66enne di Ayas che ha sostenuto di essere stato sequestrato la Procura di Aosta ha chiesto al giudice di emettere un decreto penale di condanna. All'uomo viene contestata la simulazione di reato.
Il ponteggio posto a protezione dell'ingresso.
Cronaca

Per il 66enne di Ayas che ha sostenuto di essere stato sequestrato la Procura di Aosta ha chiesto al giudice di emettere un decreto penale di condanna. L’uomo, cui viene contestata la simulazione di reato, era stato sentito in via Ollietti nella mattinata di giovedì 29 dicembre. Nel giorno di Natale aveva allertato i suoi familiari (subito rivoltisi alle forze dell’ordine) dicendo di essere stato sequestrato, per poi venire ritrovato alcune ore dopo a Biella. La convocazione era scattata in qualità di persona informata sui fatti, nell’ambito degli accertamenti che il pm Manlio D’Ambrosi sta conducendo sull’accaduto. La pena per la simulazione di reato è la reclusione da uno a tre  anni.

29 dicembre: sentito dal pm l’uomo che ha sostenuto di essere stato sequestrato a Natale

L’uomo, lo scorso 29 dicembre, aveva fornito al pubblico ministero la sua versione dei fatti. La sua posizione era in via di valutazione da parte dell’autorità giudiziaria, ma il rischio era quello di essere indagato per simulazione di reato o per procurato allarme. Il dispositivo di ricerca attivato a seguito dell’ipotetico sequestro di persona ha infatti coinvolto più comandi dell’Arma dei Carabinieri e due diverse Procure della Repubblica.

Era circa mezzogiorno del 25 dicembre quando l’uomo telefonava ai familiari dicendogli di essere stato rapito, venendo caricato su un’auto da alcune persone di colore incappucciate. I parenti si erano recati immediatamente dai Carabinieri del paese avviando le procedure, incluse alcune operazioni tecniche legate al telefono dell’uomo e l’allertamento del pubblico ministero in turno per le festività.

Nei militari, però, qualcosa nel racconto non tornava, a partire dai rumori di sottofondo riferiti dalla famiglia nella chiamata ricevuta. Dall’individuazione della cella telefonica, le pattuglie avevano così localizzato il 66enne che era a Biella e stava bene. Di eventuali rapitori non c’era traccia e lui era in auto. L’allarme è così rientrato ma il quadro – nonostante il 66enne abbia insistito con i militari sulla sua versione originaria – restituiva la simulazione.

2 risposte

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA e da Googlepolitica sulla riservatezza e Termini di servizio fare domanda a.

Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte