Spese Ue irregolari: nuovo stop al recupero di 600mila euro all’Unité Grand-Combin
Fino al marzo 2017 l'Unité des Communes Grand Combin non dovrà restituire i 600mila euro circa delle "quote pubbliche Fesr dichiarate irregolarmente erogate". E' quanto stabilito oggi dal Tar che ha accolto la domanda di sospensione dell’esecuzione dei provvedimenti impugnati dall'Unité con il ricorso per motivi aggiunti.
I giudici del tribunale amministrativo sottolineano "la sussistenza del danno grave e irreparabile poiché gli atti impugnati con il ricorso per motivi aggiunti dispongono il recupero immediato di una rilevante somma di denaro che determinerebbe un forte squilibrio di cassa" per l'Unité. Inoltre per il Tar "la causa presenta profili di particolare complessità che richiedono un approfondito esame, non realizzabile nella presente fase cautelare". L'udienza sul merito del ricorso, "anche con riguardo all’eccepito difetto di giurisdizione", è stata fissata per il 14 marzo.
La querelle con l'Amministrazione regionale e la regione Lombardia, che ha il ruolo di capofila nella gestione del programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera, riguarda l'affidamento di incarichi aggiuntivi allo studio Cortese di Aosta, specializzato in progettazione europea.
La vicenda era partita da una segnalazione dell'Area Finanze della Regione Valle d'Aosta. I fatti contestati riguardano l'affidamento di incarichi aggiuntivi allo stesso vincitore del bando iniziale di 209 mila euro, senza alcun passaggio formale di gara. Dopo la prima gara l'Unité ha quindi continuato a far gestire le progettazione e il coordinamento delle iniziative finanziate con i fondi europei allo stesso studio, l'unico che si era presentato, senza più rinnovare il bando. La somma di denaro contestata, fondi europei e statali, è stata spesa negli anni scorsi per finanziare una cinquantina di progetti.