La violenta bufera di neve che ha colpito l’Annapurna in Nepal provocando la morte di 24 alpinisti sta bloccando a 5000 metri anche il Direttore del Soccorso alpino valdostano Adriano Favre, assieme al figlio, alla signora che gestisce il Rifugio Ferraro in Val d’Ayas e a un romano.
"Abbiamo avuto una tempesta di neve di intensità eccezionale, ha nevicato per 30 ore di seguito" ha detto ieri Favre, raggiunto al telefono dal Tgr della Valle d’Aosta. Ci sono, ha spiegato, "oltre un metro e venti di neve assestata al suolo. Si sono scatenate un po’ di valanghe, però è chiaro che siamo in una situazione un po’ di isolamento. Abbiamo soccorso dei gruppi di trekker, tant’è che abbiamo ospitato qui al nostro campo sei persone, perché erano praticamente naufragati in questa tempesta di neve".
Ora "stiamo cercando quantomeno di evacuare questi trekker che abbiamo soccorso perché non sono attrezzati per questo genere di intemperie e hanno un tragitto estremamente rischioso per scendere a valle, quindi attendo un elicottero per farli scendere. Posso immaginare che ci siano tantissime persone in difficoltà perché quando uno fa del trekking non pensa di trovarsi in una situazione così estrema".
Per i prossimi giorni l’obiettivo è di "recuperare parte del materiale, forse con l’aiuto dell’elicottero per farmi portare un po’ a monte senza prendere dei rischi. E poi evacuare il campo base appena possibile, ma non so, ci vorrà ancora per me almeno una settimana di tempo per riuscire a scappare a qui".

