Tre anni e otto mesi di reclusione. E’ la condanna inflitta oggi a Antonio D’Agostino 36 anni, di Pollein, imputato di tentata estorsione in concorso. Per conto del coimputato Giuseppe Paciolla 49 anni di Nus – marito di sua cugina, socia al 50% dell’impresa edile Ve.pa srl – era accusato di aver prospettato una gambizzazione per 5.000 euro all’amministratore dell’impresa, André Verta, e una rapina e un sequestro di persona da parte di "albanesi" al padre, Sandro Verta. Secondo l’accusa l’obiettivo dei due era di estorcere all’uomo 100.000 euro.
Oltre all’ottenimento da parte di Paciolla di 100.000-120.000 euro, per l’accusa il secondo obiettivo della tentata estorsione era una dichiarazione di assunzione presso la stessa impresa – di cui Sandro Verta era socio al 50% – per Antonio D’Agostino, a lui necessaria per beneficiare di misure alternative alla detenzione.
L’inchiesta, sfociata nell’operazione Golfo della squadra mobile e coordinata dal pm Pasquale Longarini, scattò nel 2013, quando un siciliano di 29 anni fu sorpreso in Valle d’Aosta con una pistola in auto. La stessa arma, secondo gli inquirenti, che Paciolla avrebbe consegnato a D’Agostino per gambizzare André Verta dietro il compenso di 5.000 euro. Tre anni della condanna inflitta oggi con rito abbreviato a D’Agostino fanno riferimento alla tentata estorsione, 8 mesi a un furto.
Al termine dell’udienza preliminare di oggi il gup Marco Tornatore ha inoltre rinviato a giudizio Giuseppe Paciolla e Valter Fonsato 65 anni, del torinese, il processo si terrà a ottobre. Fonsato e suo figlio Roberto Fonsato, 36 anni – che ha patteggiato 8 mesi di reclusione – erano accusati solo di furto in concorso.
Il tribunale di Aosta
