I finanzieri del Soccorso Alpino di Entrèves non avevano perso la speranza di trovarle. La loro tenacia è stata ricompensata venerdì scorso, nel corso di un sopralluogo cui hanno preso parte anche il Corpo forestale della Valle d’Aosta e i Vigili del fuoco professionisti. Le nevi del Rutor hanno restituito due telecamere GoPro che si trovavano a bordo dell’elicottero protagonista dello schianto, lo scorso 25 gennaio, con un aereo da turismo francese, in cui hanno perso la vita sette persone.
Le due micro-camere, una sul lunotto frontale dell’aeromobile, l’altra più laterale, erano in funzione ed hanno ripreso l’incredibile sequenza. Le “Fiamme gialle” sono riuscite a recuperare le immagini, poi depositate in Procura: ve le mostriamo fino al momento del terribile scontro. Dal punto di vista della dinamica, i video appaiono suffragare l’ipotesi, sviluppata sin dall’inizio dagli inquirenti, di una collisione tra la parte bassa del velivolo (uno Jodel D-140) e il rotore principale dell’elicottero della “GMH”, quel pomeriggio in servizio per l’eliski.
A seguito delle indagini, la Procura ha già chiesto, all’inizio di giugno, il giudizio immediato per il 64enne Philippe Michel, il pilota francese sull’aereo da turismo decollato da Mègeve con due allievi, entrambi periti nel sinistro, così come cinque persone a bordo dell’altro aeromobile (tra i quali il pilota toscano Maurizio Scarpelli e la guida che lo accompagnava, Frank Henssler). E’ emerso essersi trattato della tragedia aerea dal bilancio più pesante degli ultimi diciott’anni di aviazione in Valle.
Le accuse che il pm Carlo Introvigne muove al superstite d’oltralpe, arrestato poco dopo l’incidente, sono il disastro aviatorio colposo e l’omicidio colposo plurimo. Dalle indagini, condotte dal Sagf assieme al Nucleo Operativo Radiomobile dei Carabinieri (l’ufficiale che lo comanda è un elicotterista), sono emersi profili di colpa generici (rappresentati dall’aver sorvolato il ghiacciaio “senza prestare attenzione durante il volo a vista alla presenza di altri velivoli che impegnavano la medesima area”) e specifici (tra i quali il non aver “preventivamente comunicato alcun piano alla torre di controllo di Aosta né ad altra autorità italiana o francese preposta al controllo del traffico aereo”).