Nel maggio dello scorso anno si era presentato a casa di un anziano invalido della bassa Valle, qualificandosi come dipendente Inail e sostenendo che, a fronte di un “costo iniziale” della pratica di quattrocento euro, gli avrebbe fatto ottenere un aumento della pensione. L’uomo aveva consegnato i soldi, avvisando però in seguito la figlia. Al suo ritorno, il sedicente funzionario, determinato a chiedere altri mille euro, aveva trovato i Carabinieri ad attenderlo, finendo in manette.
Per quei fatti, Vincenzo Mulé, 51enne residente nel torinese, è stato condannato oggi, mercoledì 18 luglio, a due anni e sei mesi di carcere. La sentenza del giudice monocratico del Tribunale di Aosta, Marco Tornatore, include anche mille euro di multa. L’accusa, al processo, era rappresentata dal pubblico ministero Eugenia Menichetti. Le imputazioni nei confronti di Mulé erano di truffa, consumata nel primo episodio e tentata nel secondo.
“È importante – aveva detto al momento dell’arresto il comandante della Compagnia Carabinieri di Saint-Vincent/Châtillon, Carmelo Mossucca – non credere a chi si presenta in casa chiedendo denaro a nome di un Ente pubblico”. “Anche solo in caso di dubbio, – gli aveva fatto eco il maresciallo Alessandro Olivieri, della stazione di Donnas/Pont-Saint-Martin, che aveva operato il fermo – è importante chiamare il 112”.