Era atteso oggi dinanzi al giudice monocratico Maurizio D’Abrusco, perché imputato di truffa aggravata in concorso, ma lo sciopero degli avvocati ha fatto slittare l’udienza e così il dirigente sportivo del Chievo Sergio Pellissier, 40enne di Fénis per anni attaccante della stessa società, dovrà comparire in Tribunale il 6 febbraio 2020. Per la Procura, l’ex calciatore e il 54enne di Pontey Paolo Fary, entrambi membri del Consiglio di Amministrazione dell’impresa costruttrice “Sarcael S.r.l.”, si sarebbero procurati “un ingiusto profitto di 441.808” euro, ai danni di una coppia – originaria del milanese e che li ha querelati – intenzionata ad acquistare uno stabile previsto a Saint-Vincent.
Dalle indagini, l’accusa sostiene che i due imputati abbiano stipulato prima (nel marzo 2010) una promessa di vendita dell’immobile da costruire, quindi (nel febbraio 2011) un contratto preliminare di compravendita, per l’importo di 440mila euro, con i due acquirenti. Da questi ultimi hanno ricevuto decine di tranches di pagamento periodiche, dal febbraio 2011 al luglio 2017 (per 415.808 euro). Tuttavia – è la tesi d’accusa – avrebbero omesso “di comunicare” ai compratori “l’esistenza di ingenti debiti” dell’impresa, tali da aver comportato “l’iscrizione di ipoteca sull’immobile” ed un “pignoramento” a favore di un istituto di credito.
Secondo la Procura, inoltre, i rappresentanti dell’impresa avevano garantito tale vendita attraverso la promessa (assunta a livello contrattuale) di stipulare una polizza fidejussoria, “in realtà mai attivata”. Infine, all’atto del versamento di ogni tranche da parte dei compratori li avrebbero rassicurati su prosecuzione e ultimazione delle opere, senza tuttavia riferire loro “la situazione di crisi conclamata e risalente ad anni addietro”. Così facendo, avrebbero indotto in errore gli acquirenti, cagionando loro il danno pari al supposto indebito profitto, valutato “di rilevante gravità” (motivo dell’aggravante contestata agli imputati).
Il dirigente sportivo è difeso dall’avvocato Elena Boschini. “Stiamo trattando – spiega – e speriamo di riuscire a trovare un accordo. A nostro avviso è stata più che altro un’incomprensione. Stiamo cercando di trattare e di chiuderla nel miglior modo possibile”. Per l’avvocato Corrado Bellora, difensore del geometra Fary, “non riteniamo sussistere una truffa. Parliamo di fatti relativi ad adempimenti contrattuali e, come tali, non rientranti in alveo penale, ma civilistico”. Nel caso di un’intesa, le persone offese nel processo potrebbero ritirare la querela presentata nei confronti dei due componenti del CdA dell’impresa di costruzioni.