Trenta tentativi di truffa ai danni di anziani sono stati segnalati ai Carabinieri in Valle d’Aosta dall’inizio del 2023. Il fatto che nessuno di questi sia andato a segno per i militari del Gruppo Aosta rappresenta “una piccola vittoria”, perché viene letto come esito positivo delle frequenti azioni di sensibilizzazione, ma – per usare le parole del comandante, il colonnello Giovanni Cuccurullo – “non ci vogliamo fermare qui”.
Così, nella mattinata di oggi, venerdì 24 marzo, sono stati presentati alcuni materiali informativi destinati alle fasce più deboli della popolazione e realizzati dall’Arma in collaborazione con la Regione. Si tratta di un adesivo, che è possibile attaccare sulla porta di casa (recita “Chi abita qui riconosce i truffatori”), nonché di alcuni prospetti (anch’essi che è possibile applicare all’interno dell’abitazione, magari nei pressi dell’uscio) che riepilogano i consigli antitruffa.
Sono realizzati in tutte le lingue e dialetti in uso nella regione: italiano, francese, patois e in titsch. La distribuzione avverrà nei luoghi maggiormente frequentati dai destinatari del messaggio, cioè i mercati rionali, le chiese ed altre modalità saranno definite con i Comandanti di stazione dei Carabinieri, da sempre simbolo di prossimità. “Le truffe sono sempre esistite e esisteranno sempre. – ha sottolineato il colonnello Cuccurullo – Il problema è che colpiscono gli anziani, che sono il nostro patrimonio”.
“Il fatto che la popolazione anziana sia destinataria di considerazione – ha affermato l’assessore regionale alle politiche sociali, Carlo Marzi – ci fa cogliere positivamente l’intento dell’Arma dei Carabinieri in Valle. L’obiettivo è che anche il cittadino che abita nel punto più alto e remoto della regione possa vivere con la stessa sicurezza della città. I Carabinieri rappresentano dal 1814 l’attenzione al territorio e questo è un segno”.
Nel merito degli episodi di tentata truffa che si sono verificati quest’anno, è intervenuto il comandante del Reparto operativo e della Compagnia di Aosta, il tenente colonnello Tommaso Gioffreda. “Sono tutti casi identici: l’anziano o l’anziana riceve una telefonata, sul numero fisso (reperibile grazie ad elenchi telefonici in rete, ndr.). – ha detto l’ufficiale – Qualcuno comunica che un parente ha avuto un incidente, sta per essere arrestato, bisogna quindi portare dei soldi”.
Il “copione” continua con una seconda persona che si presenta al domicilio (facilmente è già appostata nelle vicinanze al momento della telefonata) per ritirare denaro e/o gioielli. E’ in quel momento, grazie alla prontezza di chi è in casa, che si possono infrangere i piani dei truffatori. “Molti interrompono la telefonata e chiamano i parenti, – ha detto Gioffreda – comunque non bisogna aprire. Una volta che si apre la porta, si subisce passivamente la truffa”.
Il comandante Cuccurullo ricorda che né “le forze dell’ordine, né avvocati, né dipendenti di pubblici servizi chiedono soldi”, per cui “anche solo nel dubbio”, è bene chiamare il numero d’emergenza 112. La volontà dell’Arma è “non vogliamo lasciare indietro nessuno, finché ci sarà anche solo un reato”. A livello investigativo, gli elementi raccolti dall’Arma indicano una “batteria” di fuori Valle, spostatasi dal Piemonte, anche perché a gennaio/febbraio non si erano verificati casi.