Udienza Casinò: sette assoluzioni e un rinvio a giudizio
Alle 17.40 di oggi, giovedì 8 novembre, dopo una camera di consiglio durata quattro ore, il Gup Paolo De Paola ha letto la sentenza, decretando il “rien ne va plus” nell’udienza preliminare sui finanziamenti regionali al Casinò. I sette imputati che avevano scelto il rito abbreviato sono stati assolti dalle accuse, mosse loro a vario titolo, di falso in bilancio e truffa aggravata, “perché il fatto non sussiste”.
Le assoluzioni sono relative alle contestazioni su bilanci del Casinò e delibere di finanziamento della Casa da gioco degli anni dal 2013 al 2015, perché l’annualità 2012, anch’essa contestata in origine dalla Procura, è stata dichiarata prescritta dal giudice.
Il pm Eugenia Menichetti, titolare delle indagini, nell’udienza dello scorso 19 settembre, aveva chiesto le condanne più pesanti per i revisori dei conti Fabrizio Brunello e Jean-Paul Zanini (5 anni di reclusione a testa) e per il presidente della Regione all’epoca dei fatti contestati, Augusto Rollandin (4 anni ed 8 mesi). Per il già amministratore unico Lorenzo Sommo e per l’assessore regionale alle finanze nel 2014-2015, Ego Perron, la richiesta era stata di tre anni ognuno. Per il predecessore di quest’ultimo, Mauro Baccega, e per il revisore Laura Filetti, l’accusa aveva sollecitato al Gup 2 anni di reclusione ciascuno. Relativamente, infine, alla responsabilità amministrativa della “Casinò de la Vallée”, il sostituto procuratore aveva avanzato l’indicazione di una pena di 500mila euro.
L’ottavo imputato, l’ex amministratore unico Luca Frigerio, non avendo richiesto riti alternativi, è stato rinviato a giudizio con rito ordinario.
L’ipotesi di truffa aggravata – rivolta a politici, manager e revisori dei conti (questi ultimi, escluso il sindaco Laura Filetti) – riguardava i 140 milioni di euro di finanziamenti erogati dalla Regione nell’arco di tempo preso in esame dagli inquirenti. Quella di falso in bilancio, mossa agli ex amministratori unici ed al collegio sindacale, il presunto occultamento, attraverso il ricorso (per cui, secondo l’accusa, non ricorrevano le condizioni) all’iscrizione nei documenti contabili di imposte anticipate, di quasi 24 milioni di perdite di esercizio (18,5 milioni dichiarati a fronte di 42,5 reali).