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Usura, riciclaggio e attività finanziaria abusiva: undici denunciati dalla Guardia di finanza

E’ il risultato di un indagine condotta dal Nucleo di polizia-economico finanziaria di Aosta sul sottobosco di “cambisti” e “scontisti” attivi nei pressi del Casinò di Saint-Vincent. Applicate anche sanzioni per 400mila euro e scoperti due evasori totali.
Cronaca

Undici persone denunciate per usura, riciclaggio e attività finanziaria abusiva. E’ il risultato di un’indagine di carattere valutario, giudiziario e fiscale – cominciata all’inizio del 2017 e condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Aosta della Guardia di finanza – che ha riguardato il sottobosco di “cambisti” e “scontisti” attivi nei pressi del Casinò di Saint-Vincent.

Dagli accertamenti svolti dalle Fiamme gialle è scaturita anche l’applicazione di sanzioni (per la violazione delle norme bancarie) per un totale di quattrocentomila euro nei confronti di novanta individui. Non è ancora tutto, perché due verifiche fiscali scattate a carico di due dei coinvolti si sono concluse evidenziandoli come evasori totali per il periodo d’imposta 2014-2017, con il recupero a tassazione di 350mila euro di redditi non dichiarati.

L’attività investigativa ha preso il via da quattordici “alert” di operazioni sospette pervenute al Nucleo dall’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia, relativamente a movimenti – spiega la Guardia di finanza in una nota – “assolutamente non in linea con il profilo economico dei correntisti segnalati”.

I militari comandati dal tenente colonnello Piergiuseppe Cananzi hanno così passato alla lente d’ingrandimento una serie di conti correnti, sui quali hanno rilevato i versamenti “di centinaia di assegni bancari emessi da altrettanti soggetti tutti residenti fuori dal territorio della Valle d’Aosta, ma assidui frequentatori del Casinò di Saint-Vincent, i quali si erano rivolti ai diversi cambisti nei pressi della casa da gioco”.

Il “cambista” è una figura che, sprovvista di qualsiasi titolo di intermediazione finanziaria, offre contante ai giocatori bisognosi. Lo fa ricevendo assegni dagli stessi e fornendo in cambio le banconote. L’estemporaneo “servizio di cambio titoli” non è ovviamente gratuito: l’importo della liquidità consegnata è, di norma, inferiore del 10% di quello dell’assegno ricevuto. La decurtazione operata “sull’unghia” è, di fatto, il guadagno del “cambista”, che per il codice penale si traduce in usura (l’interesse a debito è al di sopra di qualsiasi soglia) ed attività finanziaria abusiva (per l’assenza di abilitazioni).

Un ruolo di cui le cronache – e le sentenze dei Tribunali – raccontano da decenni, ma l’indagine del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Aosta ha messo in luce anche un altro profilo coinvolto nel meccanismo di credito parallelo, vale a dire gli “scontisti”, che potrebbero essere considerati una sorta di “back office” del “cambista”. Si tratta infatti, secondo quanto appurato dai militari, di persone di fiducia incaricate dell’approvvigionamento dei contanti necessari per favorire i giocatori.

Inoltre, stando alle indagini, s’incaricano anche della “monetizzazione” degli assegni frutto dell’attività di cambio, versandoli su conti correnti propri, o di familiari (la “non trasferibilità” dei titoli è elusa chiedendo al giocatore di lasciare “in bianco” il beneficiario), e anticipando l’importo del titolo con contanti (interrompendo, così agendo, la "tracciabilità" del flusso, con l'accusa di riciclaggio nei loro confronti). Insomma, servizi per cui esistono le banche, ma offerti senza compilare moduli, nella penombra di un parcheggio, o comunque al riparo da sguardi indiscreti. Soprattutto, quelli della legge.

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