La Procura ha chiesto di processare, per concorso in omicidio colposo, i tre indagati nell’inchiesta sulla valanga staccatasi il 5 marzo 2017 sul Monte Giasson, da cui era stato travolto ed ucciso il 28enne madrileno Luis Bejar Frias, impegnato nella discesa con gli sci, assieme ad altre quattro persone.
Il pubblico ministero Luca Ceccanti, titolare del fascicolo, ha firmato le richieste di rinvio a giudizio per una delle guide francesi che accompagnavano il gruppo Lionel Briand, per il coordinatore a terra dell’eliski Rudi Janin e per il legale rappresentante della società “Gmh Helicopter Service” Alessandro Penco.
Secondo le risultanze delle indagini chiuse nello scorso marzo, per cui l’ufficio inquirente aveva disposto anche una consulenza, il distacco della massa di neve sarebbe avvenuto per cause naturali, ma la guida e l’azienda di elicotteri avrebbero sottovalutato sia le condizioni meteorologiche, sia del manto nevoso. In particolare, quel giorno, una domenica, sarebbero stati effettuati voli in eccesso, creando un contesto non ottimale, che avrebbe dovuto indurre maggiore cautela.
A ciò si affianca il fatto che il gruppo non risultava composto da free-rider di particolare esperienza. I cinque, scendendo a valle, avevano anche imboccato un tratto vietato, che gli era stato indicato come tale dal coordinatore a terra. Sotto la massa nevosa, assieme allo spagnolo deceduto, erano finiti un 55enne francese, un 51enne statunitense residente a Londra, un connazionale 49enne e un 59enne francese originario del Regno Unito. Ricoverati all’ospedale di Aosta, erano stati dimessi il giorno dopo.
Diversa, nei presupposti del distacco, la tesi difensiva della guida di Chamonix, assistita dall’avvocato Claudio Soro. Nella fase delle indagini preliminari il legale aveva depositato una ricostruzione dell’accaduto, curata dal professionista della montagna Edy Grange, contenente anche un video. Nelle immagini si vedono altri sciatori (non identificati) più a monte di Bejar Frias, che potrebbero aver fatto partire la valanga. Janin e Penco, invece, sono difesi dal legale Domenico Pepe del foro di Monza. Sulle richieste di rinvio a giudizio è ora atteso il pronunciamento del Gup del Tribunale di Aosta.