Valanga in Valgrisenche: in tre a processo a maggio

Il Gup Fadda ha rinviato a giudizio una guida francese, il coordinatore a terra dell’eliski e il legale rappresentante della “Gmh” per concorso nell’omicidio colposo del 28enne spagnolo Luis Bejar Frias, morto travolto dal distacco.
Valanga sul Mont Giasson
Cronaca

I tre indagati nell’inchiesta sulla valanga staccatasi il 5 marzo 2017 sul Monte Giasson, uccidendo il 28enne spagnolo Luis Bejar Frias, impegnato con altre quattro persone in una discesa con gli sci nella Valgrisenche, saranno processati per concorso in omicidio colposo. La prima udienza è fissata per il prossimo 14 maggio.

È la decisione del Gup del Tribunale Luca Fadda che, al termine dell’udienza preliminare tenutasi nella mattinata di oggi, martedì 5 febbraio, ha rinviato a giudizio una delle guide francesi che accompagnavano il gruppo Lionel Briand, il coordinatore a terra dell’eliski Rudi Janin e il legale rappresentante della società “Gmh Helicopter Service” Alessandro Penco.

Dalle indagini, la Procura aveva appurato che il distacco della massa di neve sarebbe avvenuto per cause naturali, ma la guida e l’azienda di elicotteri avrebbero sottovalutato sia le condizioni meteo, sia quelle del manto nevoso. In particolare, quella domenica sarebbero stati effettuati voli in eccesso, creando un contesto non ottimale, che secondo gli inquirenti avrebbe dovuto indurre maggior cautela.

Il gruppo (oltre a Bejar Frias ne facevano parte un 55enne francese, un 51enne statunitense residente a Londra, un connazionale 49enne e un 59enne francese originario del Regno Unito, ricoverati per un giorno dopo essere stati travolti) non risultava composto da free-rider di particolare esperienza. Scendendo, i cinque avevano anche imboccato un tratto vietato, che gli era stato indicato come tale dal coordinatore a terra.

Durante l’inchiesta, l’avvocato Claudio Soro, che assiste la guida di Chamonix, aveva prodotto una ricostruzione dell’accaduto, curata dal consulente di parte Edy Grange, contenente anche un video. Nelle immagini si vedono altri sciatori (non identificati) più a monte di Bejar Frias, che – nella tesi difensiva – potrebbero aver fatto partire il distacco.

Anche la Procura, con il pm titolare del fascicolo, Luca Ceccanti, aveva chiesto una consulenza, qualificando tuttavia la valanga come spontanea e successiva al passaggio di un gruppo di una decina di persone, in cui sciava anche la vittima spagnola.

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