Sarà una mostra per molti versi inedita quella dedicata a Elliot Erwitt, una delle leggende americane della fotografia, che resterà aperta fino al 24 giugno prossimo presso la sala dell’Hôtel des États in piazza Chanoux ad Aosta. La mostra presenta per la prima volta una serie di autoritratti, finora solo pubblicati in alcuni libri, che costituiscono un “evento nell’evento”. Tra gli autoritratti, vi sono anche quelli a colori in cui l’artista veste i panni di André S. Solidor, alter ego creato per ironizzare sul mondo dell’arte contemporanea e sui suoi stereotipi.
“E’ un omaggio che abbiamo voluto fare alla città di Aosta – dice la curatrice della mostra Biba Giacchetti – Elliot si è voluto mettere in gioco e ha accettato per la prima volta di dedicare nove dei suoi autoritratti che non sono mai stati pubblicati prima e da cui si capisce qual è la sua filosofia di vita. La cifra ironica che lui utilizza nello sguardo che ha sul mondo la rivolge anche a se stesso”.
L’altro “inedito” è il catalogo che è stato realizzato per questa mostra. Un catalogo che, in altre occasioni, Erwitt non ha mai voluto pubblicare: “Normalmente – dice ancora Biba Giacchetti – che cosa succede: lui edita dei libri da cui poi vengono tratte delle mostre. Invece in questo caso Erwitt ha scelto le fotografie direttamente, una per una, ha accettato di fare un catalogo. La cosa più straordinaria è che ha accettato di commentare personalmente immagine per immagine. Lui ci prende per mano e ci accompagna con aneddoti, battute oppure considerazioni filosofiche, attraverso tutta la sua vita di fotografo.
Un allestimento, quello di Erwitt, che fa il paio con un’altra mostra fotografica dedicata al maestro Mario De Biasi. “Abbiamo voluto dedicare ampio spazio nella nostra stagione espositiva – ha dichiarato l’assessore regionale alla Cultura, Laurent Viérin – all’arte fotografica. Sicuramente questi due grandi nomi sottolineano il fatto che stiamo investendo molto per proporre delle stagioni espositive che abbinino elementi locali, con artisti della tradizione e della creatività della nostra Valle, a grandi nomi nazionali e internazionali del panorama culturale, in una filosofia culturale “glocale”, che vuole agire localmente pensando globalmente”.