È stata inaugurata la scorsa settimana presso il castello di Saint-Rhémy-en-Bosses e resterà aperta tutti i pomeriggi – dal martedì alla domenica, fino al 4 settembre – Con.Fine Naturale, mostra personale della celebre artista valdostana Chicco Margaroli. Un titolo azzeccato per un’esposizione che ha luogo nell’ultimo comune ai piedi delle Alpi, prima della frontiera svizzera. Eppure, quello esplorato dall’artista è un confine ben più sensibile: quello tra l’uomo e la natura.
Da sempre legata in un rapporto profondo con la sua terra, l’artista affronta tematiche come la comunità, il divenire del tempo e l’alternarsi delle generazioni, servendosi solo di germogli, foglie e radici. La natura, priva di vincoli, libera tutta la sua irrefrenabile vitalità, sopraffacendo habitat umani e scorci di quotidianità. Così, un villaggio di casette di rame viene assediato dai germogli delle patate di Arnad, misere foglie essiccate diventano preziosi libri intarsiati e carote dall’aspetto umanoide si cingono in girotondi accorati.
Al secondo piano, l’artista si misura con una materia ben più esclusiva per le arti plastiche, che pure aveva già utilizzato nella sua mostra Habits de Soi a Parigi nel 2003: tessuti organici di animali. Quest’area, decisamente non adatta agli stomaci sensibili, sembra stridere al confronto con i trompe l’oeil e le armoniose decorazioni di edifici pubblici che hanno reso Margaroli celebre in Valle.
La fatica animale, da sempre a servizio dell’uomo, accompagna il visitatore in un’altra dimensione della natura. Qui gli scarti della macellazione prendono nuova vita fondendosi in utensili di uso comune e ci rammentano che quello del riciclo è un principio ben precedente la modernità.
Infine, lo spettatore viene coinvolto in un esperimento interattivo è si fa lui stesso fonte di energia alternativa, quasi assorbito in un unico metabolismo con la natura. Un’esperienza dei sensi e dello spirito che sembra quasi un monito per la società umana.