Una sfida musicale. Il robot Teo Tronico e il Maestro Roberto Prosseda si sono affrontati a colpi di pianoforte ieri sera al Castello Gamba di Châtillon per il ciclo di appuntamenti “Incontrare Contemporaneo”, dedicati alla riflessione sulla post-umanità e sull’intelligenza artificiale, dal 14 al 16 novembre.
Le sue 53 dita gli consentono di abbassare con varie gradazioni dinamiche i tasti di qualsiasi pianoforte acustico. Teo è un pianista robot “made in Italy”, ideato e progettato a Imola da Matteo Suzzi.
Suona in maniera impeccabile. Senza sbagliare una nota. Interroga il suo database, legge la partitura e riproduce il brano alla lettera. Un’esecuzione precisa, sobria e inflessibile. Ribadisce il suo essere perfetto cantando “Perfect” di Ed Sheeran.
Chopin, Mozart e altri grandi classici riprodotti dal robot pianista. Una tecnica eccellente. Eppure manca qualcosa: la magia della musica. Esistono consuetudini non specificate in nessun manuale di istruzioni. Limitarsi alla sola esecuzione significa banalizzare la musica.
È grazie all’interpretazione che la musica viene valorizzata. Durante la performance del Maestro Roberto Prosseda, il pianoforte si trasforma. Da semplice dispositivo meccanico diventa uno strumento per comunicare con il pubblico.
Suona come se il tempo fosse un elastico. Alterna tensioni e distensioni. Aspetta, poi va. Modula le note e dà loro un timbro. I suoni diventano emozioni. Basta un tocco per esprimere sentimenti nostalgici, malinconici o trionfanti. “La stessa frase da urlo di gioia diventa speranza che la felicità torni”, spiega il pianista. La partitura resta un semplice filtro perché la musica è ciò che accade tra un suono e l’altro. La riproduzione impenetrabile di Teo Tronico cede il posto all’interpretazione di Roberto Prosseda. Il Maestro suona con il cuore ed esprime un cangiare di stati d’animo.
Alternando scambi di battute a esibizioni al pianoforte, la conferenza-concerto riflette sull’espressione musicale. Cosa vuol dire fare musica? Cosa significa interpretare? Il pianista Roberto Prosseda insegna come vivere in maniera più intensa grazie alla musica. “Vi auguro di sbagliare”, dice, perché a renderci migliori non è la perfezione.