Paradise, il film russo che critica Putin, vince l’Oscar del cinema di montagna

Paradise, film del russo Alexander Abaturovuna, che critica apertamente le leggi federali del governo di Putin, si aggiudica l’Oscar del cinema di montagna 2024. 
Paradise
Cultura

Va a Paradise, film del russo Alexander Abaturovuna, che critica apertamente le leggi federali del governo di Putin, l’Oscar del cinema di montagna 2024.  Forte della sua esperienza giornalistica, il regista di origine russa offre una visione drammatica delle leggi che relegano ai margini della società gli abitanti delle “zone di controllo” come la Siberia.

Con la cerimonia di premiazione di ieri sera, sabato 3 agosto, a Valtournenche si chiude la XXVII edizione del Cervino CineMountain. Un’edizione anche quest’anno dai grandi numeri:  8 giorni, oltre 55 ore di proiezione, 63 film da 21 Paesi diversi, 25 anteprime tra mondiali, internazionali, europee e italiane. 

Anche quest’anno il festival ha portato a Breuil Cervinia, Valtournenche, Chamois e la Magdeleine il meglio del cinema di settore dell’ultima stagione ma anche tanti ospiti del mondo del cinema come l’attore Giuseppe Battiston, che ha aperto la XXVII edizione, dello sport come Marco Confortola, Nina Caprez e Antoine Le Menestrel, della letteratura come Mirella Tenderini, Enrico Camanni e Claudio Morandini, ma anche Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, protagonista insieme all’alpinista Hervé Barmasse di una matinée di grande successo.

La Giuria Internazionale formata da Giorgia Priolo, Aleksandar Zarapchiev e Roberto Cavallini ha assegnato il Grand Prix des Festivals – Conseil de la Vallée con la seguente motivazione: “Paradise offre un ritratto visivamente sorprendente dell’impatto di incendi devastanti, con una narrazione pacata ma avvincente che mette in luce la resilienza e l’ottimismo degli abitanti del villaggio. Abaturov comunica efficacemente un forte messaggio ambientale e politico, sottolineando l’importanza cruciale di affrontare il cambiamento climatico”.

Menzione speciale a Mongolie, la Vallée des ours di Hamid Sardar (France, 2023, 90’)  con la seguente motivazione:  “Un documentario visivamente e narrativamente magistrale che, testimoniando le conseguenze del cambiamento climatico, racconta la storia di una guardia forestale e di due orsi siberiani come un vero film d’avventura”.

Il premio come Miglior film straniero va al documentario Wilfred Buck della canadese Lisa Jackson che guarda alla vita di un uomo per raccontare una storia che abbraccia generazioni. Un anziano membro della popolazione indigena Cree del Canada è la nostra guida spirituale in un film che, come il suo carismatico protagonista, si muove tra passato e presente, e tra la Terra e le stelle, per superare i fantasmi della colonizzazione ed una storia straziante di sfollamenti, razzismo e segregazione.

Il premio come Miglior film italiano a L’età sperimentale di Marco Zingaretti con protagonista Erri De Luca, che racconta la sua vecchiaia, segnata da lavoro sociale e attività fisiche come la scalata in solitaria. La sua routine comprende lettura quotidiana, cura del campo, gioco, amicizie, aria aperta e orari regolari. Riflette sulla mancanza di guide precedenti per la sua anzianità, affermando che questa è la migliore età della sua vita, pur riconoscendo la difficoltà del percorso. “Nessuno è stato vecchio prima di me”, sottolinea.

È il film della regista ceca 3MWH ad aggiudicarsi il premio per il Miglior cortometraggio: una riflessione esistenziale sulla decrescita e sul rifiuto dell’antropocentrismo. In questo cupo film-poesia, dalle forti sfumature matematiche, un operaio di una centrale nucleare ossessionato dai numeri ha fissato un limite massimo alla quantità di elettricità che vuole consumare. Ma l’energia che avrebbe dovuto bastargli per il resto della vita si sta lentamente esaurendo, costringendolo a decidere che uso farne.

Menzione speciale a Body of a line di Henna Taylor (USA, 2023, 10’) e premio Cva a Holding up the sky di Pieter Van Eecke (Belgium, 2023, 60’). Alla sua prima edizione, il premio per Miglior film sul tema ambientale e dell’energia va all’opera regista belga che racconta la quarantennale battaglia di Davi Kopenawa, sciamano, capo tribù e noto portavoce degli Yanomami, a favore dell’ambiente. S

Già vincitore del Trento Film Festival, l’ipnotizzante ritratto di un giovane uomo Un Pasteur di  Louis Hanquet e della sua scelta esistenziale, nel paesaggio maestoso dell’Alta Provenza si aggiudica il premio Sony per la Miglior fotografia.

Oliviero Gobbi e Antonio Bonocola firmano La Traccia di Toni il Miglior film di alpinismo della XXVII edizione secondo la Giuria C.A.I. La pellicola racconta la storia di un personaggio che ha segnato la storia dell’attività delle guide alpine: quella di Antonio “Toni” Gobbi (1914-1970), famoso alpinista e una delle prime guide alpine di origine cittadina in Europa che rinnova la professione unendo cultura urbana e montanara.

The Great White Whale di Michael Dillon (Australia, 2023, 104’) è il film più amato dagli spettatori del Cervino CineMountain, che si aggiudica con una votazione altissima il Premio del Pubblico 2024. Il film racconta l’epico tentativo di un gruppo di climber di scalare il un vulcano innevato alto novemila piedi si innalza dal mare come una grande balena bianca, nel profondo del selvaggio Oceano Antartico, a metà strada tra l’Australia e l’Africa.

La giuria dei più piccoli sceglie Battery Mommy, di Jeon Seung-bae (Corea del Sud, 2023, 9’) che si aggiudica il Premio del Pubblico Kids, mentre il Premio del pubblico del Cervino CineMountain Circuit, assegnato dagli spettatori delle proiezioni a Chamois e La Magdeleine va a Mongolie, la Vallée des ours.

Infine Il miglior film di sport secondo il pubblico del Cervino CineMountain è la pellicola Grand-bretagne / Voyage aux sources de l’alpinisme di Vincent Perazio e Bertrand Delapierre che vede protagonista Catherine Destivelle, in un viaggio alle origini dell’alpinismo per capire cosa spinge l’uomo a scalare le montagne.

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