Se si chiudono gli occhi e si pensa per qualche secondo a film iconici come “Nuovo Cinema Paradiso” o “C’era una volta in America”, è difficile che non tornino alla mente le note inconfondibili delle colonne sonore firmate da Ennio Morricone. Musiche, le sue, che hanno accompagnato più di 470 film e serie tv, diventando parte della memoria collettiva di cinefili e spettatori di ogni generazione.
Ed è proprio a queste musiche che si è reso omaggio nella serata di mercoledì 29 ottobre al Teatro Splendor di Aosta, appuntamento musicale della Saison Culturelle 2025/26, che ha portato il pubblico a riempire il teatro per una serata “Alla scoperta di Morricone”. Sul palco, l’Ensemble Symphony Orchestra diretta dal maestro Giacomo Loprieno, in un concerto-spettacolo che ha intrecciato musica, recitazione e canto. Insieme a loro, a far rivivere le emozioni di alcuni dei film che hanno fatto la storia della Settima Arte, l’attore Andrea Bartolomeo, che durante la serata ha interpretato diversi personaggi, e la voce intensa della soprano Anna Delfino.

Ad aprire la serata, le atmosfere western di “Il buono, il brutto e il cattivo” di Sergio Leone, una delle collaborazioni più celebri del Maestro. Poi il viaggio “alla scoperta di Morricone” è approdato agli anni ’80 con brani tratti da “Mission” e “C’era una volta in America”, ma non sono mancate anche musiche di celebri film italiani, più o meno recenti, come “Nuovo Cinema Paradiso“, “La leggenda del pianista sull’oceano” e “Malèna” di Giuseppe Tornatore (che a Morricone ha dedicato un documentario nel 2021), “Metti, una sera a cena” di Giuseppe Patroni Griffi e “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto“ di Elio Petri. Oltre ai temi più conosciuti anche pezzi che sono stati dimenticati, come “Per le antiche scale“, tratto dall’omonimo film del 1975 di Mauro Bolognini.

Il concerto ha toccato anche musiche di opere più recenti come “The Crisis”, tratta da “Sette anime“, costruita attorno a poche note e una delle quali “sbagliata”, ma che poco alla volta viene valorizzata nella sua stonatura. “E’ proprio quella nota che ci rende unici – ha raccontato Loprieno – ed è questo che Morricone ci insegna: a valorizzare ciò che ci differenzia“. Un’ora e mezza di concerto che ha attraversato oltre cinquant’anni di musica per il cinema, senza mai perdere ritmo o intensità. Merito anche del direttore capace di coinvolgere il pubblico – chiedendo anche di scegliere un brano da ascoltare – e azzerare quella distanza che spesso si avverte tra orchestra e platea.
