Questo pomeriggio in Cittadella dei Giovani Aosta ufficializza la sua candidatura a ‘Capitale Europea della Cultura’ 2019 e prova a spiegare quali saranno le carte da giocare per sbaragliare un’efferata concorrenza.
Anzitutto si punta all’apertura, al guardare in prospettiva: “Pensare ad Aosta Capitale della Cultura 2019 non è utopico – spiega il Sindaco Bruno Giordano – e sarebbe il giusto riconoscimento di un percorso che ci porterebbe ad aprirci ulteriormente alla cultura, al turismo e al mondo. Un percorso che ci permetta di guardare lontano”.
Un iter che non si preannuncia affatto facile visto sia l’imponente patrimonio culturale che permea l’Italia tutta, sia alcune grosse e nobili rivali in lista: candidate di spessore come Venezia, Palermo, Torino, Perugia, Pisa, Siena, Mantova e Ravenna, tra le altre.
Perché quindi, questa candidatura? A spiegarne le motivazioni ci pensa l’Assessore Comunale alla Cultura Andrea Paron: “Questa è una città che vuole avere una vocazione culturale, sia come luogo storico, sia come punto di interazione fra culture diverse. Altre città candidate possono mettere in campo ben altro – ammette Paron – ma Aosta è una capitale a misura d’uomo, immersa nella natura e nella storia, con espressioni culturali multiformi che si fondono assieme”.
Una fusione analizzata anche da Arnaldo Tranti, il graphic designer che si è occupato di tutta l’immagine coordinata della candidatura a partire dal marchio: “L’immagine che ho progettato – spiega Tranti – insegue il concetto di ‘crocevia’. Un crocevia naturale, con due strade e diverse culture che fa di Aosta sia un crocevia reale, della storia, sia della cultura, di interazione tra i popoli e di condivisione”.
Aosta ci prova, quindi, e ci prova attraverso quelle che nel Dossier di presentazione sono definite ‘azioni’, obiettivi da perseguire per poter credere in questo sogno, che sono ‘Interazione, Integrazione e Condivisione, in rapporto dialettico tra di loro.
“Grazie alla sua storia, le sue culture e i suoi paesaggi – conclude Paron – la Valle d’Aosta è una sorta di ‘Bignami’ europeo. Questa iniziativa vuole inserirsi nel percorso di politica culturale della città e nella sua riscoperta e valorizzazione. Basti pensare ai nostri ‘cantieri culturali’, dal polo universitario che vuole guardare verso l’Europa, al Parco archeologico e alla valorizzazione dei monumenti cittadini in atto”. Appuntamento al 19, ora, per la presentazione del dossier sulla candidatura.