Forse è colpa del titolo, che in barba alla scaramanzia fa riferimento a un leggendario continente sommerso e introvabile. Atlantide è scomparsa, anzi, è scomparso, dal momento che si tratta di un album musicale, declinabile quindi al maschile. L’album dei Kymera è sparito dai negozi, costringendo tutti gli estimatori del duo musicale valdostano a improvvisare una surreale caccia al tesoro. E’ quanto si può leggere sulla bacheca di Facebook di Simone Giglio, che assieme a Davide Dugros ha partecipato al programma X-Factor. Il pubblico li ha premiati con il televoto, concedendogli di arrivare fino in semifinale e di pubblicare, come da contratto, un album contenente l’inedito “Atlantide” e altri cinque brani eseguiti sul palco televisivo.
Chi sta affondando “Atlantide”?
I dati di vendita non sono ancora noti. Ma basta entrare in un qualsiasi negozio, piccolo o grande, per accorgersi di quanto sia difficile trovarne una copia. “I nostri fan continuano a scriverci delle difficoltà che incontrano per comprare l’album” conferma Simone, raggiunto telefonicamente. “Lo cercano e non lo trovano. Molti ci scrivono di averlo fatto ordinare. Siamo fortunati ad avere un pubblico tanto ostinato, se non fosse per loro…”. Se il disco non si trova, nonostante le richieste, di chi è la responsabilità? Chi sta affondando Atlantide? La domanda è interessante, perché quanto avviene contrasta con la più elementare legge del mercato, quella della domanda e dell’offerta. “Non è colpa della Sony” dichiara Simone. “La casa discografica si occupa della distribuzione, è vero, ma si limita a inviare copie dell’album nella quantità richiesta dai negozianti. Ad esempio, gli album degli altri concorrenti di X-Factor sono stati ordinati in quantità industriali, sulla fiducia, anche se capita spesso che restino invenduti. Del nostro album ne ordinano appena una decina, e poi, esaurite le copie, non ne chiedono altre, o aspettano settimane a farlo, nonostante le richieste dei clienti. Per verificare siamo stati, ad esempio, da Euronics: hanno esaurito l’album due settimane fa, e non hanno ancora chiesto nuove copie”. Eppure è proprio questo il momento migliore per cavalcare l’onda della celebrità ottenuta con X-Factor, trasformando la visibilità mediatica in una carriera duratura. Il rischio di essere una meteora va scongiurato il prima possibile.
Chi decide cosa funziona e cosa no
Appurato come stanno le cose, sorgono spontanee molte domande. Un venditore che non vuole vendere è un paradosso vivente, e meriterebbe una citazione sulla rubrica “Strano ma vero” della Settimana Enigmistica. Tanti venditori che non vogliono vendere rappresentano invece di fatto un boicottaggio, la spia di un rovesciamento di ruoli, che riguarda anche le radio. Sono loro, infatti, a decidere cosa “funziona” e cosa no, mentre il pubblico si adegua. “Sono stufo di sentire dire poiché il nostro stile non è radiofonico non ci trasmettono in radio” esclama Simone. “E’ vero il contrario, ciò che passa in radio è radiofonico per definizione, e il numero dei passaggi determina il suo successo. Sono le radio a orientare il pubblico, programmando le stesse canzoni trenta volte. Tantissimi fan ci hanno conosciuti guardando X-Factor, e cercano invano il nostro album.
I commenti discutibili…
Gli altri, se non hanno seguito il programma, non sanno neppure chi siamo”. Riguardo alle motivazioni, Simone propende per una spiegazione precisa: “I negozianti si lasciano influenzare dai commenti discutibili di alcune radio e alcuni personaggi televisivi”. I Kymera sono stati attaccati molto raramente per le loro qualità canore, più spesso per il loro stile musicale, piuttosto atipico nel panorama italiano, e ancora più frequentemente per il fatto di avere “indossato” la loro normalità di coppia gay con disinvoltura. Hanno evitato entrambe le trappole che li attendevano al varco, quella di una sovraesposizione mediatica del fattore omosessualità, che avrebbe oscurato le loro qualità musicali, e quella della finzione eterosessuale e del non-detto, che spalancano la porta ai pettegolezzi e costringono a indossare perennemente una maschera, peraltro inutile. “Per fortuna abbiamo il pubblico dalla nostra parte, e manteniamo un forte contatto con Enrico Ruggeri e Fabrizio Palermo, la nostra squadra di X-Factor, che continua ad esistere anche lontano dai riflettori. Sono alleati e amici preziosi, ci stanno aiutando a orientarci in questo mondo, decisamente molto complesso” conclude Simone. Proprio lo stesso Enrico Ruggeri, chiese al duo, durante una delle prime puntate di X-Factor: “Siete sicuri che il pubblico sia pronto?” Alla luce di quanto sta emergendo in questi giorni, la risposta è sì, il pubblico c’è. La domanda andrebbe rivolta, piuttosto, ai professionisti che ruotano attorno al panorama musicale italiano.