Da più di trent'anni la svizzera Monique Jacot documenta la condizione delle donne nel mondo. Freelance per varie riviste di prestigio, ha percorso il mondo alla ricerca di storie da raccontare, esistenze da esplorare e da restituire sotto forma di istantanee folgoranti. A partire dal suo progetto "Les femmes de la terre", che racconta, nell'arco di 15 anni, la vita delle donne nelle campagne e nelle fabbriche, la fotografa ha selezionato numerose immagini, che sono state riunite nella mostra "Con gli occhi della mia infanzia", allestita al castello di Verrès.
L'esposizione, che sarà inaugurata oggi, propone vari scatti che ritraggono le donne del territorio montano svizzero, alle prese con un ambiente di vita e di lavoro aspro e rurale. Il reportage sconfina nel ricordo di matrice autobiografica, anche grazie al sapiente utilizzo del bianco e nero, fortemente evocativo dell'infanzia dell'autrice. Le montagne svizzere perdono la loro connotazione geografica per arrivare a simboleggiare un mondo contadino universale.
L'iniziativa introduce un altro grande evento legato alle immagini e alla montagna, ovvero il Mountain Photo Festival, che si propone come obiettivo quello di inserire il capoluogo regionale in una rete internazionale di eventi culturali legati dal filo conduttore della montagna, appoggiandosi alla forza delle immagini. Curato da Alessandro Ottenga, il festival si svolgerà ad Aosta dal 22 agosto al 21 settembre.
I principali siti storico-archeologici di Aosta, come le Porte Praetoriane il chiostro di Sant' Orso, la cattedrale e la villa romana della Consolata, saranno legati da un percorso espositivo dedicato ai territori di montagna di tutto il mondo, e alla speciale cultura di matrice popolare che esprimono. Sono previste mostre antologiche di fotografi di rinomanza mondiale, tra cui Chris Steele Perkins, Marc Riboud, John Vink, Prabuddha e Das Gupta.