I giornali cartacei, nel mondo ma anche in Italia, continuano a perdere copie. Le piccole testate on line che trattano di tematiche locali e di cronaca cittadina invece si moltiplicano ovunque. Con nuove sperimentazioni e continue innovazioni di linguaggi, tecnologie e contenuti diventano, in alcuni casi, riferimento per le comunità in cui lavorano e veri e propri spazi di confronto e di discussione.
E’ questo il fenomeno che Andrea Bettini, giornalista della Tgr e in forza alla sede Rai della Valle d’Aosta, ha descritto nel suo ultimo libro “Gazzette digitali. L’informazione locale sulla Rete globale” che sarà ufficialmente presentato a Roma venerdì prossimo, il 24 giugno alle ore 11,30 presso la sede della FNSI in Corso Vittorio Emanuele II, 349. Ad aprire l’incontro, in cui Andrea Bettini risponderà alle domande di Mario Tedeschini Lalli, sarà Marco Di Maio, presidente dell’Anso, l’Associazione nazionale stampa online.
Aostasera.it, e in particolare la sua webtv, è una delle tante tante esperienze editoriali italiane ed estere citate nel libro da Andrea Bettini che da tempo dedica energie ed attenzione al mondo dell’informazione on line.
Come nasce Gazzette digitali?
"Di fatto l’idea di questo libro è nata al Festival del Giornalismo di Perugia nel 2010, quando ho partecipato ad un incontro dedicato all’informazione digitale su internet dove ho incontrato tanti progetti decisamente interessanti. Ho capito di trovarmi davanti ad un settore vivace che meritava di essere approfondito, perché rappresenta una delle frontiere del giornalismo su internet , in Italia ma non solo”.
Cosa unisce un mezzo globale come la rete alle piccole realtà di provincia?
“Il giornalismo sul web ha vissuto due fasi: un primo momento in cui sono nati siti web dedicati all’informazione nazionale e un secondo in cui, con la crescita del mercato e lo sviluppo della rete, l’informazione si è spostata su territori più ristretti come le regioni, le province o le singole città. Alla base di questo fenomeno, c’è il fatto che il web è uno strumento straordinario per consentire la partecipazione: un giornale on line in questo senso può entrare a far parte delle comunità in modo efficace, può diventare per i lettori un punto di incontro, uno spazio di dibattito, un luogo in cui pubblicare contenuti come immagini e filmati.
Fino ai casi estremi: durante l’ultima alluvione del Veneto il sito del giornale “Il Mattino” di Padova è stato preso d’assalto dagli utenti ansiosi di scambiarsi informazioni su ciò che stava accadendo, offrire ospitalità, chiedere aiuto”.
Quali sono le esperienze più significative che hai incontrato?
“Nei progetti significativi italiani è obbligatorio citare Varese news, il sito di cronaca locale solo sul web che ha avuto e sta avendo un grande successo in termini di visite e visitatori . Detto questo ci sono tanti siti informativi che stanno facendo un ottimo lavoro e si sono ritagliati uno spazio importanti nella loro comunità. Nella mia rassegna ne ho citati diversi, alcuni perché sono nati da giornalisti particolarmente competenti ed entusiasti, altri per la qualità dei contenuti che offrono, come filmati e servizi in formato audio, altri ancora per la particolarità dell’impresa editoriale che li ha generati. Ciò che dobbiamo sempre ricordare, infatti, che normalmente i giornali on line di informazione locale sono anche imprese che, alla fine del mese, hanno l’obbligo, se non di fare utili, almeno di pareggiare i bilanci”.
Nel tuo libro parli di frontiere dell’informazione locale…
“Il mondo dell’informazione locale su internet è un settore in continua evoluzione, dai contorni ancora poco definiti per cui le novità sono all’ordine del giorno. Tra le novità più interessanti, c’è quella che si registra negli Stati Uniti dove si sta sperimentando l’informazione iperlocale in cui il bacino di utenza e di attenzione è a livello dei singoli quartieri di una città o comunque riguarda piccole comunità. A questa tendenza si affiancano poi esperimenti decisamente al limite del giornalismo: siti realizzati senza l’intervento di giornalisti in carne ed ossa. Sono degli aggregatori di contenuti che pescano informazioni dalla rete e li uniscono per formare un nuovo prodotto da proporre al lettore. Questo a noi giornalisti non piace e ci spaventa, io mi auspico che non sia questo lo scenario che avremo davanti, perché il ruolo del giornalista secondo me è ancora cruciale”.
Sull’informazione locale su internet l’Italia si scopre più avanti degli altri paesi europei…
“Si, è vero. L’attenzione al proprio territorio, la vicinanza e l’interesse verso il proprio comune e la propria città in Italia è fortissima. Di fatto, da sempre il giornale locale, anche cartaceo, in provincia è un punto di riferimento importante. E l’informazione locale quindi ha trovato terreno fertile, più che in Europa dove si è abituati a guardare di più a ciò che succede nella capitale. Seppur i siti di informazione locale siano dappertutto, ho registrato uno sviluppo diverso a seconda delle zone. Mediamente quelle dove la banda larga è più sviluppata e le infrastrutture tecnologiche sono più moderne, si incontrano anche i progetti di maggiore qualità”.
Una profezia: quale sarà lo scenario dell’informazione tra 10 anni?
“Fare profezie è sempre difficile. Diciamo innanzitutto che nel sistema informativo attuale c’è un vantaggio innegabile per il cittadino: l’aumento del numero di voci che parlano e raccontano un territorio. Questo ritengo sia un segnale interessante per la democrazia e un bene per la comunità che si ritrova dinanzi ad un panorama editoriale più ricco e, quindi, un maggior pluralismo informativo. Per quanto riguarda le prospettive future credo che per l’informazione online a livello locale siano abbastanza buone, il mercato è in crescita e si può essere positivi. I quotidiani cartacei, ora come ora più in difficoltà, non credo che moriranno, piuttosto si trasformeranno. Anche per loro il web può essere un’opportunità da cogliere con coraggio, come una nuova sfida”.