Giornate primavera Fai: Donnas svela i suoi tesori nascosti

28 Marzo 2009

Weekend all’insegna della scoperta/riscoperta delle bellezze naturali e architettoniche italiane. Ritornano infatti oggi, sabato 28 e domani, domenica, 29 marzo, le giornate di primavera del Fai – il fondo italiano per l’ambiente – in grado di trasformare l'intera penisola in un unico museo a cielo aperto, dove appassionati d'arte e di natura potranno scoprire monumenti e luoghi spesso inaccessibili delle loro città.

La Valle d’Aosta partecipa all’iniziativa con il comune di Donnas che offrirà al pubblico l’opportunità di conoscere il paese a 360° grazie all’apertura straordinaria di beni, solitamente esclusi al pubblico, e alla guida dei bambini delle scuole e di volontari preparati.

A facilitare la scoperta del comune, un servizio di navette gratuite messe a disposizione dall’Amministrazione e l’offerta di menù tipici a prezzi fissi proposti dai ristoratori locali.

Dalle 9.30 e fino alle 17.30 quindi i visitatori avranno modo di ascoltare i segreti, sveltai dai bambini della classe V di Donnas, della strada e dell’arco romani: la via che ha costituito per secoli l’asse essenziale verso il centro dell'Europa, a Donnas risulta intagliata per 221 metri nella roccia, con un grande arco che testimonia il lavoro ciclopico svolto dai Romani.

Ai bambini della IV elementare è stato invece assegnato il compito di illustrare la  cappella di Sant’Orso, il cui primo documento di cui sia ha traccia è una bolla papale del 1176. Edificata all'ingresso del borgo, con lo scopo di proteggerlo dalle piene della Dora, la cappella venne ricostruita nel 1692. All’interno è conservato un pulpito di legno dorato policromo del tardo Settecento.

Gli altri tesori da scoprire sono il borgo con l’arco romano che immette nella stretta via in discesa lungo la quale si possono ammirare affreschi di varie epoche, numerose finestre in legno ed in pietra e una casa-forte di origine medievale, un’antica cantina nella roccia, scavata sotto un enorme masso e tornata alla luce dopo l’alluvione del 2000, il Palazzo Enrielli, dimora del conte Marcantonio Enrielli, nel 1694, e, nei secoli, assunse diverse funzioni sino all'attuale destinazione a sede dell’Istituto musicale regionale.

E ancora, il museo della vite e della viticoltura, l’ecomuseo dell’antica sede della Confraternita dello Spirito Santo e della latteria di Treby, i vigneti e i barmet o la chiesa di Vert edificata tra fine del Settecento e gli inizi dell'Ottocento e intitolata alla natività di Maria Vergine.

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