Tra Mario Ceroli e Giorgio de Chirico: Giuliana Cunéaz entra a far parte del progetto Quirinale Contemporaneo dalla porta principale. È l’unica valdostana, al momento, in collezione e una delle poche artiste contemporanee ad esserci. A fine settembre è avvenuto l’ingresso nel “Pantheon degli artisti contemporanei italiani” con la sua scultura Lo Spirito della Rosa; un riconoscimento importante per la Cunéaz, la cui opera è stata scelta dalla responsabile della collezione del Quirinale, Cristina Mazzantini, su segnalazione del critico d’arte Marco Bazzini, già direttore del Museo Pecci di Prato, con l’obiettivo d’integrare la raccolta romana con una scultura che avesse come tema il rapporto tra arte e scienza.
Quirinale Contemporaneo, è un progetto collezionistico fortemente voluto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con lo scopo di integrare il patrimonio storico del Palazzo del Quirinale e delle altre tenute presidenziali con quello delle più significative espressioni artistiche della seconda metà del Novecento e del XXI secolo. Tra arte contemporanea e design, sono prestigiose le testimonianze che dal 2019 sono andate ad arricchire le sedi istituzionali della Presidenza della Repubblica in un contesto dove i maestri storicizzati quali Alberto Burri, Marino Marini, Emilio Vedova e Piero Manzoni, si relazionano con gli artisti delle ultime generazioni.
Giuliana Cunéaz, conosciuta e apprezzata sia per i suoi lavori di arte plastica, sia per l’incredibile forza espressiva delle performance 3D, è una presenza delicata e ispiratrice nel panorama valdostano, una voce elegante in grado di uscire dai confini regionali con forza e vigora senza perdere la propria identità: “Ho sempre affiancato ricerche differenti – spiega l’artista – e spesso anche i miei lavori video contengono le forme plastiche, come avviene, per esempio, con la mia Wunderkammer, dove le immagini in 3D ritrovano una loro componente fisica. Credo, poi, che lo stesso processo del 3D non sia altro che una forma di scultura virtuale. Anche in questo caso c’è la modellazione. Solo che non avviene con la creta. Lo Spirito della Rosa è stata ideata qualche anno fa nell’ambito delle mie ricerche plastiche che affiancano i lavori video e quelli installattivi. È una scultura in resina dipinta, che propone una combinazione apparentemente imprevedibile tra la la rosa, simbolo per antonomasia della realtà in divenire, e la struttura architettonica tipica dei cristalli. Il punto di partenza è il mondo nanotecnologico, ovvero l’indagine dell’infinitamente piccolo, basti pensare che le immagini di partenza sono quelle di un amminoacido e di un grano di sale comune!”.
L’equilibrio quasi perfetto tra cerebralità ed emozione che contraddistingue le opere di Giuliana Cunéaz, siano esse plastiche o installazioni o creazioni 3D, è come un fil rouge da seguire e da non perdere di vista per districarsi nel mondo di infinite ispirazioni che vive l’artista, in grado di partire da un dettaglio microscopico come un aminoacido per arrivare a una visione più ampia della realtà e del mondo circostante.
Con la Cunéaz si va dall’infinitamente micro al grande e meritato successo di un’artista che non perde mai di vista origini e radici per tradurle in arte e ispirazione: “La Valle d’Aosta è presente nel mio lavoro sin dal 1990, quando ho realizzato un’installazione particolarmente emblematica, Il Silenzio delle Fate, che suscita ancora oggi molto interesse. Anche Seven Flowers, il mio primo video del 1998, è un omaggio alla Valle d’Aosta, in quel caso immaginavo di raggiungere sette fiori fantastici nascosti nella Conca di By, un luogo che ho sempre amato particolarmente. Nel 2014, poi, ho realizzato Les manteillons du Mont Blanc, una scultura in legno composta da circa tremila pezzi che si aggregano come molecole preservando la forma del Monte Bianco. Da quattro fessure si può vedere un video dove appaiono ‘les manteillons‘, ovvero gli spiriti che, secondo la leggenda, sono imprigionati nella montagna. Sono sempre stata affascinata dal mistero, dalle cose segrete che, spesso, ho ritrovato in questa terra: per comprendere la Valle d’Aosta è necessario andare oltre l’apparenza per ritrovare l’animo nascosto. Direi germinale“.
Giuliana Cunéaz non si ferma però ai confini nazionali, la sua videoinstallazione 3D I Cercatori di Luce, infatti, a due anni dall’ultimo ciak, verrà proiettata mercoledì 27 ottobre alle 18, in anteprima, negli spazi del PalaCinema di Locarno. L’opera filmica dà anche il titolo alla Mostra, a cura di Valentino Catricalà, che presenta, insieme a fotografie e video di backstage, una serie di abiti creati appositamente dall’artista e che evocano quanto compare sullo schermo.