Helen Aria racconta Musicultura e il suo ultimo album

Con tre album, un EP e la partecipazione alla XXXIII edizione del festival Musicultura, la giovane cantautrice valdostana Helen Aria è sempre più vicina al suo progetto di "vivere di musica e arte". Qui il racconto della sua esperienza al festival e del suo ultimo album, "Afrodisiaco".
Helen Aria authoarp
Cultura

Sono fuori dagli standard della mia generazione […] ogni nota e ogni parola di ogni singola canzone/la scrivo per me/capire non è semplice” Helen Aria (nome d’arte della valdostana Eleonora Iamonte) si presenta così, nel testo di una delle sue ultime canzoni “Deneb” dall’album “Afrodisiaco” (2021). È proprio con questo brano, insieme a “Sfinge” (dallo stesso album) che Helen, a febbraio si esibiva sul palco del festival di musica popolare italiana Musicultura partecipando alla sua XXXIII edizione.

La giovane cantautrice valdostana è stata selezionata tra i 61 artisti (su 1086 proposte) che hanno partecipato alle audizioni live del festival, sul palco dell’Arena Semisferio a Macerata. “Sono stata selezionata non me lo aspettavo ed è stata proprio una grande emozione. Poi siamo scesi a Macerata sono andata con il mio produttore Simone Momo Riva che ha suonato basso e batteria. È stata un’esperienza magnifica, e il clima era meraviglioso. Esibirsi sul palco poi è stata un’emozione doppia: perché ho sempre voluto partecipare e perché era da tantissimo che non ci esibiva in live su un palco con il pubblico a causa del covid” racconta Helen.

Partecipare a Musicultura per lei è stato un grande successo, frutto di un percorso artistico e musicale che porta avanti da molto tempo. Helen ha sempre studiato musica, a partire dal canto moderno all’istituto musicale di Aosta, per poi approfondire all’Istituto Pareggiato musicale con un corso di canto lirico. Poi, a diciotto anni, comincia ad esibirsi in locali in Italia e in Svizzera accompagnandosi con flauto traverso, authoarp e loop station. “Il progetto Helen Aria è uscito nel 2018 e già da subito avevo pensato a Musicultura, solo che le prime canzoni le ho scritte in inglese e poi in francese. Per me le sonorità della lingua sono fondamentali, spesso parto dalle parole e le abbino al sound, e con l’italiano non ci ero mai riuscita. Poi quando mi sono sentita artisticamente pronta per sperimentare con l’italiano, mi sono detta: finalmente sono pronta a partecipare!”.

Il progetto Helen Aria, nato nel 2018, è l’inizio della sua carriera solista che in tre anni produce tre albumClouds”, “Aria” (2020), “Afrodisiaco” (2021) e un EP “Helen” (2019) prodotti da Simone Momo Riva. Oltre a suonare, scrivere e creare, oggi Helen è iscritta al DAMS di Torino. “L’università mi ha dato il la per scrivere in italiano e mi ha dato moltissimi spunti culturali. Sono super ispirata dall’arte, per esempio nel mio ultimo album parlo di avanguardie artistiche del novecento in Afrodisiaco, statue del mondo antico in Sfinge, di cinema in Grandma’s Reading Glass e di astronomia e stelle in Deneb”.

Afrodisiaco” è il primo album in cui l’artista scrive in italiano, per lei è un esperimento, una novità dopo anni di canzoni in inglese e francese. “Scrivere è un’esigenza quindi lo faccio un po’ come mi sento. Spesso abbino i suoni alle parole, oppure un certo sound a quello che scrivo. L’italiano non riuscivo proprio ad inserirlo e a sentirlo come sonorità, ci è voluto tempo per sperimentare questo nuovo modo di esprimermi nella musica”.

Afrodisiaco Helen Aria
Afrodisiaco Helen Aria

Questa voglia di sperimentazione, di mettersi continuamente alla prova si percepisce nella produzione musicale di Helen Aria, che definisce il suo genere “un alternative pop perché comunque c’è sempre questa voglia di sperimentare, ma nella mia musica c’è un po’ di tutto…folk, r&b, mi piace mischiare diversi sound e tirarne fuori qualcosa di mio”. Anche le sue scelte strumentali raccontano il suo modo di vivere la musica: lasciandosi ispirare e mantenendo una grande libertà artistico-creativa.

“Mi piace proprio creare mondi totalmente miei, di solito vedo cosa fanno gli altri e faccio un po’ l’opposto, cerco strumenti che mi aiutino ad esprimermi. Poi nessuno inventa niente, prendo quello che vedo dai grandi artisti a cui mi ispiro per poi farlo mio e costruirci sopra. Ad esempio  l’authoarp, che è uno strumento folk lo uso con altre sonorità per fare un genere diverso o anche il flauto che riprende i miei studi musicali classici. In questo modo mi ritaglio uno spazio in cui posso esprimermi al 100%”.

Se per conoscere i risultati delle audizioni live di Musicultura bisognerà ancora aspettare, la giovane cantautrice valdostana si dice già soddisfatta dell’esperienza, che le permette di avvicinarsi ancora di più al suo sogno di vivere seguendo la sua passione per la musica. “Io voglio vivere di musica di arte – le persone chiedono sempre cosa farai se non avrai successo, ma questo non è l’unico modo. Per vivere di musica non serve il successo, ci sono molti altri modi. Per ora continuo a scrivere canzoni, ma mi piacerebbe anche dedicarmi alla produzione musicale e alla composizione…” .

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