Il Messager Valdôtain spegne 100 candeline. E per l’occasione Thoux disegna la copertina

L’almanacco valdostano esce per la prima volta il 22 novembre 1911, con una tiratura di 3000 copie. Sopravvivendo alle imposizioni del regime fascista ha tenuto a salvaguardare, dal dopoguerra ad oggi, un perfetto equilibrio fra italiano e francese.
Da sinistra Paolo Perrin e Luigi Calderola. Al centro il bassorilievo di Thoux
Cultura

Il Messager Valdôtain taglia, quest’anno, il traguardo delle 100 edizioni. Un compleanno eccezionale festeggiato anche grazie alla copertina completamente nuova, anche se in linea con la tradizione, realizzata a partire da un’opera di Giovanni Thoux dedicata al centenario.

Nato grazie all’iniziativa di un gruppo di sacerdoti fra cui Pierre-Antoine Maquignaz (Jacquême), aderenti al movimento letterario dei Jacquemistes, che gravitava intorno al Seminario Maggiore di Aosta, il Messager Valdôtain esce per la prima volta il 22 novembre 1911, con una tiratura di 3000 copie. Preceduto storicamente da altri almanacchi che già avevano preso vita nel corso dell’800, quali l’Almanach du Duché d’Aoste, uscito nel 1832 o il celebre Almanach de l’agriculteur valdôtain, apparso dal 1890 al 1917, il Messager ha superato tutti per longevità, concretizzando un successo di pubblico di gran lunga superiore alle aspettative dei suoi fondatori. In questi cento anni, pur mantenendo intatta la traccia iniziale, si è andato arricchendo di nuovi contenuti, grazie al contributo di tanti collaboratori che, ciascuno nel proprio ambito, hanno scritto pagine di attualità, di cronaca, di storia, di sport, di narrativa, di umorismo ed altro ancora.

Sopravvivendo alle imposizioni del regime fascista, che vietavano ogni espressione di particolarismo linguistico, ha tenuto a salvaguardare, dal dopoguerra ad oggi, un perfetto equilibrio fra italiano e francese, senza peraltro trascurare qualche inserto in patois. Ha mutato nel tempo la propria veste grafica, dando sempre più spazio al colore e sostituendo, nel 1947, l’iniziale immagine di copertina con il disegno del pittore Ettore Mazzini, perfettamente in linea, nel soggetto e nella tecnica interpretativa, con la grafica propria degli almanacchi.

Questo numero del centenario, ricco di ben 400 pagine, è affiancato, oltre che dall’attesissimo calendario, da un’agenda che riporta, in francese, italiano e patois, alcuni aforismi e antichi proverbi o modi di dire, ripresi dall’opera di Joseph Cassano Proverbes et dictons valdôtains del 1914, e che si riferiscono alla vita rurale, alle stagioni, ai lavori della campagna, alle usanze e alle tradizioni locali.

L’almanacco valdostano, però, quest’anno è rimasto orfano di due dei suoi ‘nobili padri’: il canonico Aldo Perrin, scomparso il 31 luglio, per molti anni direttore e capo redattore del Messager e il professor Lino Colliard, per anni collaboratore e firma prestigiosa del Messager, mancato il 24 novembre scorso.

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