Al Teatro romano il mito greco delle “Metamorfosi” risuona sui tamburi giapponesi

Al Teatro romano, tra voce e percussioni giapponesi, Nina Pons e il gruppo Munedaiko hanno dato una nuova forma alle Metamorfosi di Ovidio con uno spettacolo potente e viscerale.
Le metamorfosi Aostae
Cultura

I versi dell’antichità, sia greca che romana, venivano recitati in musica, il ritmo delle storie era parte del racconto stesso. A pochi passi dal Teatro Romano di Aosta – riaperto al pubblico per l’occasione – lo spettacolo “Le Metamorfosi”, della compagnia Silvio Orlando Cardellino srl, ha riportato in vita l’antica tradizione del racconto in musica, con un twist: sono le percussioni giapponesi ad accompagnare i grandi classici di Ovidio.

Sul palco l’attrice Nina Pons si fa musa evocando miti come Apollo e Dafne, Fetonte ed Elio. Le sue parole sono inframmezzate dal racconto diegetico delle percussioni e della musica, una coreografia sinuosa in cui ogni movimento dei percussionisti è un suono, ma anche una danza. Le atmosfere misteriose e ancestrali del mito si fondono armonizzandosi con i suoni e la tradizione del Taiko giapponese.

Una versione del mito greco potentissima dove il rombo di tuono di Giove diventa un furente e rullo di tamburi, la preghiera di Dafne un incalzare disperato e intenso. Le percussioni del gruppo Munedaiko diventano un ritmo che scandisce le parole del mito, una dimostrazione della potenza di queste storie capaci di “far tremare” le pietre millennarie del Teatro romano.

Letteralmente traducibile come “grosso tamburo”, il Taiko è un’antica tradizione di percussioni giapponese che unisce ritmi intensi a movimenti eleganti e potenti arrivando a creare vere e proprie coreografie di suono. Lo spettacolo si è svolto nell’ambito della rassegna Aostæ 2025, in collaborazione con la Regione Valle d’Aosta e il Comune di Aosta.

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