Un tatà a forma di matita è il dono consegnato a Francesco Tullio Altan, in arte Altan, e Sergio Staino per la partecipazione alla terza edizione del “Weekend del sorriso”. Il souvenir della tradizione valdostana si ritrova nelle vesti di una matita in legno, strumento di lavoro utilizzato dai due celebri vignettisti e fumettisti.
Altan e Staino, moderati dal giornalista Davide Jaccod, sono intervenuti ieri pomeriggio alla Tour de l’Archet di Morgex, sede della Fondazione Sapegno.
Dove va la satira oggi? Domanda piuttosto complessa, che non ammette quelle risposte brevi caratteristiche delle opere dei due artisti e comparse sulle pagine di quotidiani, settimanali e mensili tra cui La Stampa, La Repubblica e L’Espresso. Per dare risposta non resta che lasciarsi accompagnare dalle vignette che vengono proiettate in sala e commentate dai creatori.
“Siete un antidoto: ridate a parole e immagini libertà e confronto”, ecco come Davide Jaccod descrive i due ospiti. La satira non deve rinunciare a raccontare cosa succede giorno dopo giorno. È una reazione che utilizza la forza dell’intelligenza.
Ci sono quelli che reagiscono con la violenza e c’è chi, dotato di capacità intellettuale superiore, reagisce ridicolizzando l’altro. “Il meccanismo satirico è ferire l’ipocrita con un gesto imitativo, una battuta teatrale o un semplice disegno”. I due autori concordano nell’affermare che una società è democratica se accetta la satira, portando l’esempio di realtà presenti e passate in cui quest’opera di ingegno mentale è perseguitata.
“Scherza con i fanti, ma lascia stare i Santi” dissero a Staino quando cominciò ad occuparsi di Gesù. E nonostante le sue vignette raccontassero di un Signore un po’ troppo terreno, Marco Tarquinio, direttore responsabile dell’Avvenire, per qualche tempo si avvalse della sua collaborazione.
Altan preferisce utilizzare l’espressione “il Santo di casa non fa miracoli” quando racconta di sua figlia e di sua nipote, entrambe lettrici delle avventure della cagnolina a pois da lui creata: la Pimpa, che di anni ne dimostra cinque, ma in realtà quest’anno ne compie ben quarantasette.
I due vignettisti, contraddistinti da esperienza e passione politica, hanno dimostrato come sia possibile riuscire a comunicare con il grande pubblico attraverso poche e semplici parole. Le loro vignette colgono lo spirito della società attuale. Dietro le risposte ‘scontrose’ dei personaggi disegnati si nascondono aggressività, critica eccessiva e propensione al litigio.
“Perché i ricercatori fanno la notte dei ricercatori? Perché di giorno, per vivere, fanno i baristi” (Sergio Staino). Risate sì, ma anche tante riflessioni. I temi trattati dalle vignette sono vari, tra questi politica, religione ed economia. Vengono approcciati con la leggerezza della battuta o della parolaccia di troppo, per poi rivelarsi profondi e ricchi di significato.