Ancora minorenne, eppure con uno spiccato senso per le rime e per il beat. Mattias Campanile, in arte Campa, è pronto per portare le sue rime a Roma, alle fasi finali del Tour Music Fest presieduto da Mogol.
Il festival per Campa ha avuto inizio lo scorso ottobre, con le fasi di Torino, che lo hanno visto calcare la scena e conquistare la giuria che lo ha in seguito selezionato e fatto arrivare fino a Roma, dove, dal 22 al 24 novembre, avrà modo di dare il meglio e sperare di accedere alle finali europee, dove potrebbe impressionare i giurati d’eccezione: Mogol, Kara Dioguardi, i rappresentanti Berklee – College of Music e i massimi esponenti della discografia italiana. La Finale Europea del Tour Music Fest (il 7 Dicembre all’Auditorium del Massimo a Roma), è un palco che ha visto sfilare decine di artisti emergenti ormai diventati professionisti del settore: un sogno per tutti i giovani artisti emergenti italiani. Campa avrà l’onore di rappresentare la propria città, anche se per Aosta sarebbe meglio parlare di un’intera regione, per la categoria artistica “Rap” del Tour Music Fest.
Durante le Finali Nazionali, alle quali CAMPA prenderà parte, andranno in scena le performance degli artisti finalisti di questa dodicesima edizione del TMF provenienti da tutte le regioni d’Italia per un vero e proprio Live Show. In palio per le finali europee una possibilità davvero unica: un contratto di distribuzione, una borsa di studio presso Berklee – College of Music di Boston e un contratto di sponsorizzazione del valore di 10.000 euro da investire nella propria musica.
Per raggiungere questi obiettivi il giovane valdostano ha messo in campo il suo approccio maturo alla musica e alle rime e un modo di raccontare che fa della semplicità e della verità due marchi di fabbrica necessari e importanti. Campa racconta della Valle e del suo quartiere: parla di strada, di chi parla alle spalle, di un certo flow e, nonostante l’età, la sua rima e le basi non sono banali e infatti il suo video Nemesi (x Shark Ramo), conta più di 16.000 visualizzazioni.
Attenzione a dire che le visualizzazioni di oggi non provano la qualità, Campa ha un modo diverso di esprimere il suo mondo e anche se il mondo del rap si basa su storie di strada, dove la violenza e il confronto diretto con gli avversari sono un punto fermo (presenti anche nelle produzioni dell’aostano), la differenza si sente soprattutto in Nel mio Quartiere, dove Mattias trova il modo di esprimere appartenenza e amore per il luogo in cui vive, anche se spesso non semplice da apprezzare, come mette nero su bianco cantando dell’allegria scomparsa e della fantasia, l’unica magia che gli permette di andare altrove con la mente.
In questo brano il suo flow incontra una base decisamente dal sapore “vecchia scuola” e non millenial, merito forse anche di una delle sue guide, Andrea Sago Di Renzo, che lo ha lanciato anni fa insegnandogli rime e metriche. Le basi per fare colpo a Roma ci sono e, forse, la particolarità di venire dalla Valle D’Aosta, terra che non conosce le situazioni critiche delle città metropoli dalle cui periferie nascono le rime più conosciute del mondo del rap, potrebbe essere un punto a favore di Campa.