Una musica che è una bastardata. Nessun compromesso a cui sottostare: i Bastards, nuova formazione aostana, non ha paura di azzardare e percorrere nuove strade per spiazzare e divertirsi. Florian Bua, Emi Dattolo e Andrea Niho Masala sono batteria, basso e chitarra e hanno scelto di non cantare: “Una band senza cantante? È audace, ci rendiamo conto che non rientra nell’immaginario del pubblico, ma noi ci crediamo. Non vogliamo che una voce imponga qualcosa alla nostra musica, ci sentiamo liberi – racconta Dattolo – ognuno di noi in questo modo può fare on stage quello che vuole, ovviamente creando qualcosa insieme in armonia, ma ognuno per la sua strada”.
La scelta, senza dubbio coraggiosa, di fare musica senza una voce trova pieno senso nel loro modo di creare e comporre, fase nella quale ognuno porta la sua esperienza e contamina i compagni con una visione molto personale. Metal, rock e pop si fondono, ogni genere trova una libera espressione, anche se il gruppo si definisce molto vicino allo stoner rock, un sottogenere dell’heavy metal. L’unico credo profondo che definisce la formazione è la completa libertà di creare: “Non avere il cantante per noi ha risvolti più positivi che negativi. Il nostro vantaggio è che ognuno, nella nostra musica, può trovarci quello che preferisce, proprio perché non è condizionato da testi e parole. I nostri pezzi li pensiamo perché possano travolgere chi li ascolta, più delle parole. Ovviamente non abbiamo canzoni lunghissime, non andiamo oltre i 3 minuti perché ci rendiamo conto che lo strumentale non deve essere mai troppo”. Il risultato? Un uragano. Ognuno in questa musica potrebbe immaginarsi quello che preferisce: rabbia, confusione, energia e spesso tristezza. Se la sezione ritmica è libera, ma segue delle regole ben precise e obbligate, chi è libero da qualsiasi costrizione in questa formazione è il chitarrista Andrea Masala: “Io sono forse il più bastardo del gruppo – afferma ridendo – arrivo da tanti generi e in questo trio mi sento assolutamente a mio agio nella libertà di creare ed esplorare”.
La decisione di fare qualcosa solo di strumentale non è un obbligo, ma una scelta consapevole, anche presa in funzione dell’uscire un po’ dal gregge, mettere la testa fuori e vedere com’è: “Può funzionare, noi ci crediamo e per farlo abbiamo fatto ascoltare la nostra musica a due amici che scrivono testi e cantano. Sono venute fuori parole diverse e in ogni caso questo ci ha convinti ancora di più che lasciando la nostra musica libera e senza gabbie testuali ognuno si può ritrovare e immaginare quello che preferisce. Chi ci ascolta può sentire più psichedelia o più metal, oppure tutt’altro, questo è il bello: lasciare che la gente sia libera di vederci quello che vuole”.
L’interessante Torre di Babele di generi dei Bastards piace: a cercarli per suonare anche il prestigioso DoloMetal di Trento, uno dei festival metal più importanti di Italia. E se, in soli 7 mesi, il gruppo ha messo in piedi diversi progetti tra cui canzoni, un video e il merchandising, la loro Noize 11 è già passata in radio in Sicilia. Il loro obiettivo non è suonare rimanendo in Valle d’Aosta e infatti il loro è un genere che può funzionare anche ben oltre i confini regionali, aiutato anche dalla mancanza di barriera linguistica siccome non prevede testi: “Non vogliamo bruciare le tappe, non vogliamo essere arroganti, ma arriviamo tutti da formazioni che hanno suonato parecchio live: diciamo che la gavetta l’abbiamo già fatta. Ora vogliamo agganciare un’etichetta che ci permetta di suonare, di divertirci, di fare la nostra musica e magari di aiutarci nel campo del merchandising o delle date di un ipotetico tour”. Senza i testi chi ascolta finalmente può dedicarsi solo alla musica e, anche visivamente, rimanere sui gesti precisi di un Florian Bua che finalmente picchia forte sulla batteria o delle mani di Dattolo che, vorticose e veloci, schiacciano le corde dure del basso.
È un’esperienza. È audace e studiata. I “bastardi” non vogliono lasciare nulla al caso, perché questo progetto parte anche dalla grafica e dai pensieri: “È un progetto da pazzi invasati, ce ne rendiamo conto. È molto incentrato sulla matematica, sulle sequenze, sul Nautilus e quindi sulla sequenza perfetta della natura. Tutto questo lo dovrà scoprire chi ci ascolterà e vedrà coi propri occhi i nostri supporti grafici e il resto; per questo ci siamo avvalsi della collaborazione preziosa di Berto Means Berto, un nostro grande amico che ci ha aiutato nella grafica e nel video”. Il video di Noize 11, il loro primo singolo, è un vortice senza inizio e senza fine, mentre la registrazione è opera di Luca Minieri e del suo M-Lab.
Il primo live del gruppo rispecchierà il mondo underground che li contraddistingue, la formazione si esibirà infatti alla P-Fucktory di Patrick Passuello il 24 aprile, mentre il 3 agosto saranno al Pekelin Strong Music Fest di Chatillon.