A Vinicio Capossela non è bastato cantare il Cha cha chaf della pozzanghera per abituarsi alla pioggia. È stato proprio sulla sua hit più conosciuta,Che coss’è l’amor, che l’acquazzone si è fatto più intenso, spingendo parte del pubblico a cercare riparo sotto le tettoie di Piazza d’armi, mentre il cantante e la band continuavano con lo stesso entusiasmo a suonare e cantare. Alla fine, però, il maltempo ha avuto la meglio e, dal momento che non era possibile mettere al riparo l’attrezzatura dall’acqua che arrivava in diagonale sul palco, il concerto è stato interrotto intorno alle 23.
La performance di Capossela, ospite della rassegna Aosta Classica, è stata comunque contraddistinta dal solito stile, a cui si è aggiunta particolare serietà nei commenti introduttivi alle Tredici canzoni urgenti del nuovo album, nate dalla volontà di dare voce ai problemi più stringenti del momento storico che stiamo vivendo. Fare resistenza, secondo Vinicio, “non è imboscamento, non è essere fuori dalla storia, ma è partecipare. È sempre bene ricordare la lezione di Fenoglio, quando parlava di quella sua ‘irosa sensazione di peggioramento’, che è un po’ quella che sta dietro queste canzoni. D’altro canto, se la storia non la cambi, la storia cambia te e dunque bisogna cercare di cambiarla raccogliendo il testimone di chi ha fatto la Resistenza, che è l’unica epica italiana”.
Queste le parole introduttive alla canzone Staffetta in bicicletta (feat. Mara Redeghieri), dedicata a tutte le staffette partigiane, una delle quali, Nicoletta Soave, in occasione del 25 aprile è stata ospite del concerto di Vinicio Voi che passate il testimone, all’Auditorium Agnelli del Lingotto di Torino.
Un’altra canzone “urgente”, Sul divano occidentale, critica le forme di partecipazione e coinvolgimento emotivo confezionate dal sistema dell’informazione, visto che al giorno d’oggi “si può ancora partecipare illusoriamente alla storia da un divano… ma un divano occidentale”. Mettendosi un elmo di stoffa in testa, “visto che siamo in un forte”, Vinicio ha proseguito con Gloria all’archibugio, una canzone ispirata a un episodio de L’Orlando furioso: “Ariosto a un certo punto parla della comparsa dell’arma da fuoco nel mondo della cavalleria. Viene descritta come un’arma fantastica e devastante, ma Orlando ne intuisce il potenziale distruttivo e allora la butta nel fondo del mare, dove però troverà il modo di emergere e vedete che ne ha fatta tanta di strada in questi 500 anni: si è trasformata in drone, in missili nucleari…”.
Un’altra canzone antimilitarista è La crociata dei bambini, pubblicata il 24 febbraio 2023, a un anno dall’invasione russa dell’Ucraina e ispirata al poema di Bertolt Brecht La crociata dei ragazzi. Sempre all’opera di Ariosto è ispirato invece il brano Ariosto governatore, che richiama il celebre episodio in cui Astolfo va sulla Luna per recuperare il senno perso da Orlando per amore nel viaggio: “C’è una grande discarica in una vallone della luna, dove finiscono le suppliche degli amanti, le preghiere, le indulgenze dei potenti, le bellezze delle donne, il talento dei poeti. C’è di tutto sulla luna, ma solo di una cosa non c’è traccia, della follia: quella è tutta sulla terra”.
E poi ancora All you can eat, un brano di denuncia nei confronti del modello di consumismo imperante, e La cattiva educazione, sull’amore tossico e la violenza domestica, spesso frutto, appunto, della mancanza di un’educazione adeguata. C’è stato spazio anche per alcune canzoni degli album precedenti, tra cui Marajà e Ultimo amore, ma ben presto non è più bastato l’invito di Vinicio a “fortificarsi”, coprendosi e riparandosi il più possibile, come si cercava di fare con gli strumenti e le attrezzature della band. Il concerto, interrotto sul palco, è però proseguito nei corridoi intorno a Piazza d’armi, dove Vinicio, dopo una sessione di autografi, ha imbracciato la fisarmonica per continuare a suonare e dare spettacolo per i numerosi fan saliti al Forte.