Che cosa accade quando il futuro promesso smette di brillare? È questa una delle tante domanda che accende e attraversa “Stelle cadenti“, il nuovo romanzo di Laura Marzi edito da Mondadori, presentato nel pomeriggio di ieri, sabato 3 maggio, alla libreria BrivioDue in un incontro moderato da Elisa Spina.
La voce narrante è quella di Ludovica, una giovane torinese che, nel 1993, ha diciassette anni e vive in una famiglia borghese apparentemente perfetta, costruita sull’illusione della stabilità: suo fratello Edoardo, la madre Marina Veglio e soprattutto il padre Arturo Montella, figura di spicco della Democrazia Cristiana. Tutto crolla, e il romanzo prende avvio, quando il padre viene arrestato con l’accusa di corruzione e finanziamento illecito al partito, nel pieno di Tangentopoli.
“Il libro racconta di una parabola discendente a seguito di un un trauma. Nel titolo c’è sia la dimensione della caduta, sia quella del desiderio che i personaggi cercano di realizzare. La generazione dei due protagonisti, che è vicina alla mia, è fatta di stelle cadenti, di persone cresciute pensando che il loro futuro sarebbe stato quello promesso, un futuro ascensionale.” – ha spiegato l’autrice.
La resistenza al cambiamento del destino
“Volevo prendere una famiglia e guardare cosa accade quando c’è un cambiamento di destino repentino. Il passaggio da stelle lucenti a stelle cadenti può accadere in molti modi. Nel caso dei Montella, c’è il crollo dell’autorità paterna.” – ha detto Marzi. Tra i temi del romanzo, c’è il rapporto tra Ludovica, classe 1975, e il fratello Edoardo, classe 1974. Nonostante le loro risposte alla caduta del padre siano diverse, i capitoli si addentrano nelle emozioni, nella solitudine e nell’amore che tengono unito il loro rapporto.
“Il problema non era che a mio fratello piacessero i maschi, era la solitudine in cui eravamo sprofondati.”, dice la voce narrante tra le pagine del libro. In gioco, ci sono le loro esistenze di fronte all’incapacità dei genitori di accettare qualcosa che non appartiene alle previsioni, ai canoni, al considerato “giusto”. Se Edoardo si oppone all’ordine borghese attraverso l’allontanamento e un sabotaggio silenzioso, Ludovica resta e cerca di recuperare un prestigio sociale ed economico che è andato perduto.
“Ha quella caratteristica potentissima, ma pericolosissima, che è la resistenza”, ha affermato Marzi, suggerendo il pericolo di chi si ostina a dipendere da un passato perfetto, forse mai esistito, e non vuole arrendersi al tramonto del proprio mondo.
Una voce femminile tra infanzia, politica e compromesso
“Stelle Cadenti” è anche una riflessione sul tempo. Dai diciott’anni di Ludovica nel 1993 ai suoi cinquant’anni nel presente narrativo, il romanzo racconta la distanza tra ciò che si è immaginato e ciò che ci si ritrova realmente a vivere. È il racconto di una traiettoria esistenziale che ha dovuto fare i conti con rinunce e cambi di rotta, ma anche un romanzo politico.
La vicenda personale della famiglia Montella, con la sua crisi interna, diventa metafora della dissoluzione di un’epoca. “Volevo nominare la Democrazia Cristiana, che è un grande rimosso della nostra storia più recente, e riportare alla luce un pezzo di storia nazionale che spesso viene dimenticato. Dopo Mani pulite, non c’è stato quell’eden immaginato.” – ha detto Marzi.
A raccontare questo intreccio tra storia privata e storia italiana, non c’è solo la voce della Ludovica adulta, ma anche quella della Ludo piccola, una coscienza bambina che riemerge a tratti, come eco del passato: “Un conto è fare dei compromessi, un conto è dimenticare di averli fatti.” – ha suggerito l’autrice.