Il progetto “Les Baignoires” nasce con l’intento di ridare valore a un oggetto che, purtroppo, viene spesso visto come fuori luogo nel meraviglioso paesaggio montano valdostano: la vasca da abbeveraggio per gli animali. Le vasche, utilizzate da secoli dagli allevatori della Valle d’Aosta, sono essenziali per garantire l’accesso all’acqua agli animali nei pascoli. Tuttavia, la loro presenza, in particolare quelle vecchie e abbandonate, può sembrare stridente rispetto all’incantevole paesaggio circostante.
Ideata dalle artiste Francesca Alti, Paola Fiorano e Simonetta Pedicillo, l’iniziativa propone di cambiare questa percezione, trasformando le vasche da abbeveraggio in opere d’arte. Le vasche sono quindi decorate con pitture, disegni e materiali ecologici, rispettando l’ambiente circostante. Ogni decorazione è pensata per integrarsi armoniosamente con il paesaggio, conferendo loro una nuova dignità e rivelandone la funzione e il valore. Questo processo artistico non solo abbellisce l’oggetto, ma punta a sensibilizzare sul legame vitale tra gli uomini, gli animali e la montagna.
“Il materiale decorativo è reso il più possibile resistente alle intemperie e all’ambiente esterno – spiegano le artiste – ma essendo naturale non sarà garantita la sua durevolezza negli anni. Questo aspetto renderà l’opera mutevole nel tempo e gli darà la possibilità di essere trasformato più volte. Il lavoro è realizzato solo sull’esterno della vasca in modo da non sporcare o deteriorare l’acqua all’interno, che resterà sempre destinata al consumo degli animali del pascolo. La vasca in questo modo manterrà la sua funzione, ma sarà valorizzato e reso più intelligibile anche da chi non ne conosce lo scopo principale e trasformato da oggetto non compreso, disarmonico e inopportuno a opera d’arte”.

A testimonianza del progetto e della sua realizzazione pratica, è prevista la realizzazione di un catalogo che racchiuda le fotografie delle vasche trattate, la testimonianza delle artiste e dei sostenitori del progetto ed anche di eventuali allevatori proprietari di vasche che vorranno lasciare un loro pensiero. “Il progetto editoriale diventa importantissimo nel momento in cui si comprende il valore culturale e antropologico del lavoro – spiegano ancora – e si intende portarlo avanti, diffonderlo ed averne documentazione nel tempo”.
La proposta è stata avviata con il supporto del comune di Aymavilles, con l’idea di proporlo ad altri comuni, e intende dare un valore culturale e antropologico alle tradizioni locali, ponendo l’accento sull’importanza di rispettare e comprendere il contesto in cui questi oggetti sono usati. L’arte diventa così un mezzo per promuovere l’inclusione e abbattere i pregiudizi, trasformando un oggetto “scomodo” in un simbolo di connessione e crescita.

Una risposta
Credo che. La bella iniziativa di dare colore alle vasche da bagno che in Valle D’Aosta saranno circa 2000 potrebbe incontrare anche il favore degli allevatori del Trentino e del Friuli Venezia Giulia, speriamo che la nuova giunta regionale possa fare da megafono politico dell’iniziativa.
Ma credo che in quelle regioni le vasche se le tengano in casa, non nei prati in bella vista per i turisti…