Cinque armadi stracolmi di lettere, fax e e-mail stampate che dal 1998, quando Massimo Gramellini lanciò la sfida della posta del cuore, sono la testimonianza di tutto un mondo di persone che trascinate dall’amore, in una qualsiasi delle sue forme, hanno raccontato la propria storia e di altrettante che in queste storie hanno voluto specchiarsi.
Ma non è sempre stato così, all’inizio i consensi vacillavano, poche lettere, pochi lettori, una situazione decisamente scoraggiante che, come spesso accade, trovò la soluzione in se stessa. Gramellini scrive così una lettera alla propria rubrica raccontando il recente calvario vissuto per la malattia e la successiva perdita del padre, aprendosi e condividendo uno stato d’animo e un’esperienza. Il ritorno in termini di fiducia acquisita e di lettere ricevute è stato immediato, è bastato dare l’esempio per dare il la a chi desiderava parlare di se stesso.
Ecco perché Gramellini definisce questa raccolta “una specie di Manifesto delle Persone Normali”: lettere assortite che parlano delle nostre storie, che ci riguardano più o meno da vicino e che riflettono nello specchio le nostre immagini. Tuttavia, in barba ai bombardanti di luoghi comuni sulla perdita di valori e di valori dei sentimenti, il giornalista non dà un quadro spietato della situazione, ma ne fornisce uno decisamente più confortante, fatto di queste “normalità” che hanno voglia di emozionarsi e mettersi in gioco.
A colui che in dieci anni ha elargito migliaia di risposte non si poteva non sottoporre l’eterna questione: “quali regole in amore?”. E mentre ci aspettavamo un’intramontabile “non esistono leggi in amore” di Ferradini, il postino del cuore risponde: “Solo due regole, le altre sono solamente opinioni”. La prima è dedicata ai single e “più che una regola, è una certezza matematica” a far sì che si possa incontrare la persona giusta solo nel momento in cui un bell’equilibrio interiore fa credere davvero di non averne bisogno…
La seconda riguarda la coppia, e stabilisce la capacità di viverla con serie prospettive solo quando si raggiunge la consapevolezza di aver creato insieme una terza entità, che non è un figlio (!), ma un noi, altro e al di là della coppia stessa. Questo serve a capire perché, di tutte le favole, l’avventura non è sconfiggere draghi, scalare montagne e attraversare deserti… la vera sfida è vivere felici e contenti! Questo è un libro di chi questa sfida ha voluto quanto meno prenderla in considerazione, di chi non si è arreso ma ha buttato sul tavolo le proprie carte consapevole che alla fine l’amore è solo in balia dell’istinto e che “ l’amore non ha un perché, l’amore è il perché”.