In Valle d'Aosta, ormai da anni, si parla di 'eccellenze'. Eccellenze dei servizi, eccellenze dei prodotti. Ma ci sono anche delle 'eccellenze' di cui si parla meno, ma che raccolgono successi notevoli, e che tutto il mondo riconosce e celebra. È il caso di Massimo Gullone, imprenditore classe 1973 che poco più che ventenne, nel 1995, fonda l'atelier MsArtrix assieme all'amico Salvatore Cosentino, insegnante ed esperto nella tecnica dell'aerografia.
Lo scopo è ambizioso: costruire moto custom, un percorso fatto di sudore e passione che porta Gullone, in pochi anni, a passare da verniciatore a costruttore. Ma il salto importante in realtà è dietro l'angolo, con la carriera di costruttore di moto che si impenna portandolo in soli sette anni (dal 2006 al 2013) ad ottenere il titolo di 'Master Bike Builders level 2', la più alta carica a livello mondiale di costruttore – consegnatagli dal Presidente della 'International Master Bike Builders Association' in persona – che Gullone condivide con una élite di sole altre 25 persone al mondo oltre lui.
Ma ad accorgersi del lavoro della MsArtrix è anche la mitologica casa motociclistica italiana Moto Guzzi che ha personalmente selezionato, l'anno scorso, dieci customers in tutta Italia per partecipare alla seconda edizione della trasmissione 'Lord of the Bikes' trasmessa da Sky Uno HD.
Gullone e Cosentino accettano la sfida, e partono per la Lombardia, direttamente nella sede della Guzzi: “A Mandello del Lario – spiega Gullone – abbiamo affrontato alcune prove pratiche non necessariamente attinenti alla customizzazione delle moto. Erano più che altro delle prove tecniche per formare le coppie tra i dieci sfidanti del primo turno del format”.
Il bello arriva dopo, quando ogni team di costruttori tornava nella sua officina, per un mese intero – dai primi di ottobre del 2016 – partendo da uno scontro diretto assai impegnativo: “Abbiamo passato la prima prova – spiega ancora Gullone – contro un avversario diventato Campione del mondo negli Stati Uniti nel 2012”. Da qui alla Finale a 5, un 'tutti contro tutti' senza esclusione di colpi, con due temi ben precisi: “Le abbiamo stravolte un po' entrambe – racconta Gullone sorridendo –, a partire dalla prima prova a tema 'La moto del ribelle' per la quale mi sono ispirato a me stesso, un argomento nelle mie corde, creando una moto veramente 'cattiva' con la quale abbiamo sbaragliato l'avversario nonostante fosse una 'testa di serie'”.
Il secondo tema, 'La moto del futuro', li avrebbe portati direttamente alla Finalissima, che si sarebbe giocata tra tre pretendenti e andata in onda domenica 2 aprile. Una moto in cui Gullone crede ancora adesso, anche se il risultato non gli è stato favorevole: “L'unica 'fuori tema' è quella che ha vinto, quattro moto su cinque erano molto futuristiche, carenate, con la possibilità di inserire un iPad ad esempio. Alla fine invece ha vinto questa moto molto 'retrò', quasi 'old school', realizzata da Radikal Chopper”.
Una vittoria che non è arrivata in trasmissione, ma arrivata 'ai punti' visti anche i commenti sulla pagina Facebook di 'Lord of the Bikes', ma che non ferma certo Gullone, anzi: “Sono molto realista – conclude – e se non vinco perché quella davanti a me è migliore bisogna ammetterlo. Se invece è 'fuori tema' ti rimane certo un po' di amaro in bocca, soprattutto dopo un mese di lavoro, e anche perché gareggi sempre per vincere. I commenti su Facebook comunque la dicono lunga, con tanta gente che si chiede come abbia fatto a vincere la moto arrivata prima. Mi consolo perché questa trasmissione è solo una parte del mio percorso, se penso che sono nato come verniciatore ed ora sono tra i 26 migliori costruttori di moto del mondo”.