“Ni mégère, ni apprivoisée”, la compagnia Alegria porta allo Splendor uno Shakespeare che “spettina l’anima”

Un debutto con il botto per la Saison Culturelle francofona, grazie alla Compagnie Alegria e la sua pièce. Un titolo che gioca con "La bisbetica domata" di Shakespeare ma che, fin dalle prime battute, dichiara la sua intenzione: non domare, ma liberare.
Ni mégère ni apprivoisée Saison
Cultura

Un debutto con il botto per la Saison Culturelle francofona che dà il via ai suoi appuntamenti con la Compagnie Alegria e la sua pièce Ni mégère, ni apprivoisée, un titolo che gioca con La bisbetica domata di Shakespeare ma che, fin dalle prime battute, dichiara la sua intenzione: non domare, ma liberare.

Lo spettacolo è un piccolo gioiello di fedeltà e invenzione. Pur restando aderente al testo del poeta inglese ne svela la vitalità più profonda, quella che abita nei contrasti, nelle parole che ancora oggi riescono a toccare nervi scoperti. È uno Shakespeare un po’ spettinato e che spettina, capace di far ridere, commuovere e pensare. La magia di questa messa in scena risiede nella sua semplicità disarmante e nel coraggio di affrontare temi universali: l’accettazione di sé e degli altri, la libertà, il genere e i ruoli che la società ci impone. Tutto questo attraversa il palco con leggerezza, ironia e una forza poetica rara.

Ni mégère ni apprivoisée Saison
Ni mégère ni apprivoisée Saison

L’idea di fondo è molto chiara: i protagonisti dello spettacolo non sono solo personaggi di Shakespeare, ma figureclowneschee trasversali che decidono di mettere in scena La bisbetica domata. Tra queste, un ragazzo violento con il fratello minore, un rockettaro sulla via del tramonto, un alcolista, una ipersensibile e una logorroica cronica.

L’adattamento e la messa in scena sono firmati da Paolo Crocco – la collaborazione artistica è di Luca Franceschi e la coreografia di Florence Leguy – portano lo sguardo su tematiche contemporanee: il femminismo, l’accettazione dell’altro, la libertà individuale.

Ni mégère ni apprivoisée Saison
Ni mégère ni apprivoisée Saison

Lo spettacolo mantiene la trama originale di Shakespeare, con il personaggio di Caterina e quello di Petruchio, il “matrimonio”, il “dressement”, ma la trasforma, la reinterpreta, la restituisce al pubblico con nuovi occhi.

Nel testo originale, come ricordato dalla presentazione, “la pièce décrit crûment l’implacable patriarcat alors en place qui décide de la destinée des jeunes filles”, mentre in questa versione, invece, quell’“addomesticamento” viene rivoltato, messo in discussione: l’accettazione di sé, l’accettazione dell’altro nel senso più ampio possibile, la libertà di genere e dei ruoli. Ni mégère, ni apprivoisée non è solo teatro: è un invito a guardarsi dentro, a riconoscere le proprie gabbie e a credere che l’amore, di qualsiasi forma sia, non può esistere senza libertà.

Prossimo appuntamento con la Saison Culturelle francofona il 20 gennaio con la pièce Le Menteur di Pierre Corneille.

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