Sedici spettacoli – sia mattutini per le scuole, sia serali per il pubblico -, otto per ognuno dei due personaggi e dei rispettivi monologhi. Non personaggi qualsiasi, ma due “Adamo ed Eva” laici: Ulisse e Penelope. Il primo, con alle spalle e sulla pelle il suo lungo viaggio per terra e mare. Fisico. La seconda con il suo viaggio nella mente, nei sogni. Astratto ma concretissimo.
Nel mezzo una riflessione su una pandemia che sembra contemporaneamente storia di ieri e storia vecchia, passata ormai da anni. Ma anche la scelta un luogo “diverso”, che si apre al teatro nella sua accezione più intima e raccolta – per scelta e per logistica -: l’Hôtel des États di piazza Chanouz.
Parte da qui la nuova edizione del progetto teatrale “Prosopon – La camera di Orfeo”, organizzato dall’associazione framedivision e Replicante Teatro, con la collaborazione del Comune di Aosta.
“Che cos’è Prosopon – spiega in conferenza stampa Andrea Damarco di Replicante Teatro -? Un progetto che non poteva non nascere dopo quanto successo, quando siamo rimasti tutti chiusi in casa. Non possiamo non tenere conto del fatto che i nostri corpi sono rimasti segregati, per il bene di tutti, esperienza che la nostra generazione non conosceva. Abbiamo deciso di cercare un luogo e di aprirlo con degli ‘squarci’, per guardare fuori ma permettere anche agli altri di vedere dentro. Uno spazio che si inserisce in un altro spazio. E cosa raccontiamo? Partiamo dagli ‘Adamo ed Eva’ contemporanei: Ulisse e il suo viaggio e Penelope che non si sposta ma affronta il viaggio più difficile”.
“Si tratta di due installazioni teatrali che coniugano cinema e teatro – aggiunge Alxine Dayné di framedivision -. Un cinema del reale e del quotidiano per Ulisse, che parla del ricordo e del vissuto nel suo lungo viaggio. Per Penelope c’è invece un cinema più di narrazione, di finzione. Sono due opposti: una donna e un uomo che hanno vissuto entrambi un viaggio molto differente. Lei attraverso il sogno, la forma primordiale del cinema”.
La forma scelta è quella del monologo, “ma che entra in dialogo – dice ancora Damarco -. Questo proprio perché siamo partiti da una sorta di intimità interiore e di solitudine dell’attore e del luogo. Ed è proprio questo monologo che fa sì che si arrivi la necessità di un dialogo. Anzi, dopo le azioni teatrali si incontra il pubblico, non ci si saluterà con gli applausi ma si parlerà di ciò che è avvenuto”.
Dayné aggiunge: “Dopo questo periodo è importante partire da un monologo. Ognuno di noi ha vissuto un’intimità particolare e solitaria. E dalla sua casa ha condiviso, anche con l’immagine, un’esperienza diversa che adesso portiamo alla collettività. Un lavoro intimo, in solitaria, che arriva a tutti.
Un doppio viaggio, all’ombra della pandemia
“Il lavoro fatto è una riflessione che parte dal contesto attuale: siamo nel 2023 ma il ricordo della pandemia sembra lontanissimo. Così come le narrazioni sulle conseguenze sociali e fisiche che ha avuto. Invece era quasi ‘l’altro giorno’, quando chiusi in casa scoprivamo che al di fuori c’era un mondo e altre vite chiuse in altri luoghi spiega l’assessore alla Cultura Samuele Tedesco -. Ciò che framedivision e Replicante hanno fatto è far diventare questa maschera fisica, atto, cultura. Non scenografia ma un imponente luogo per scortare quanto contenuto nel proprio corpo”.
Le matinées scolastiche coinvolgeranno 16 classi delle scuole secondarie di secondo grado e una – la Mont Émilius 3 – di primo grado. Gli spettacoli “Memorie di un Ulisse” andranno in scena dal 26 aprile al 6 maggio. Le rappresentazioni aperte al pubblico, invece, sono previste dal 24 aprile al 1° maggio, alle 21.
Per quel che riguarda “Le tele di Penelope” le classi sono invitate a partecipare dall’8 al 15 maggio, come gli spettacoli tout public, sempre alle 21. Per gli spettacoli aperti la prenotazione è obbligatoria per un numero limitato di spettatori, ed è possibile farla inviando un messaggio WhatsApp ai numeri 349 7909895 e 333 6745461.