Nel comune di Saint-Oyen, i 200 abitanti e i turisti che popolano il paese, quest’estate, potranno prendere in prestito i libri andando a comprare il pane. Si, perché il sindaco Alessio Desandré ha cercato di trovare una soluzione creativa, seppur temporanea, alla chiusura della biblioteca comunale risalente al 2018 andando letteralmente incontro agli utenti. Lo ha fatto organizzando cinque punti di “prestito libri”: l’alimentari del paese, due hotel e due campeggi in cui gli utenti possono prendere in prestito per 30 giorni il volume che preferiscono (tra quelli a disposizione) compilando autonomamente un registro.
“Il progetto, ancora in fase sperimentale, nasce dall’esigenza di mantenere il servizio della biblioteca qui sul territorio visto che, ormai cinque anni fa, la bibliotecaria è andata in pensione e per noi era diventato impossibile fare una nuova assunzione. L’anno scorso abbiamo tentato un altro approccio assumendo un ragazzo a voucher per tenere aperta durante l’estate, ma l’accesso alla biblioteca è stato basso. Allora mi è venuto in mente questa idea per non lasciare in magazzino il nostro patrimonio librario. Nei cinque punti di prestito ci sono diversi romanzi, libri dedicati alla Valle d’Aosta e per ragazzi e bambini” spiega Desandré.
Si tratta indubbiamente di uno sforzo lodevole da parte dell’amministrazione comunale di Saint-Oyen, ma che si rende sintomo di un problema più esteso che comprende l’intero sistema bibliotecario valdostano. In Valle d’Aosta ci sono 55 biblioteche comunali “sparse” sul territorio e presenti anche in piccoli centri, abitati da poche centinaia di persone. Tutte queste strutture fanno riferimento alla Biblioteca Regionale Bruno Salvadori ad Aosta, in cui è accentrato il lavoro di catalogazione di tutti i titoli, il database unico degli utenti e il prestito interbibliotecario. In questo modo il sistema rende sostenibile l’esistenza di così tante piccole biblioteche comunali sul territorio, come appunto quella di Saint-Oyen dove l’esperimento della “biblioteca diffusa” è un tentativo di riempire un gap nel servizio bibliotecario a fronte della situazione e con le risorse a disposizione
“Il comune di Saint-Oyen – spiega il dirigente del sistema bibliotecario regionale Fausto Ballerini – ci ha detto che voleva sperimentare questa modalità non tradizionale. È chiaro che il problema della chiusura della biblioteca ricade sulla popolazione e quindi il comune ha cercato di capire quali fossero le alternative, arrivando poi a questo modello applicato durante l’estate e rivolto sia ai cittadini che ai turisti”.
Il servizio a rischio
Nonostante la soluzione creativa, i libri a disposizione degli utenti sono solo una selezione della collezione libraria del paese, che ammontava a poco più di 7500 titoli alla chiusura nel 2018. La mancanza della bibliotecaria/o fa si che la biblioteca di Saint-Oyen resti chiusa, che la collezione libraria non si aggiornata e che sia tagliata fuori dal sistema di prestito interregionale valdostano, rendendo impossibile le prenotazioni in entrata e in uscita. Sebbene nella Coumba Freida ci siano altre biblioteche attive – le più vicine sono quelle di Etroubles e Saint-Rhémy-en-Bosses – da cui si può attingere alla rete del prestito interbibliotecario, “il fatto che la biblioteca sia chiusa, dal punto di vista dell’offerta culturale del territorio, crea una mancanza”.
“Negli ultimi dieci anni l’amministrazione pubblica (in Valle), in particolare nel settore della cultura in cui le biblioteche rientrano, non è riuscita a sostituire i dipendenti in pensione con nuove assunzioni e questo è un problema. Comunque, ad oggi, gran parte delle biblioteche che vent’anni fa erano aperte ci sono ancora, i comuni hanno cercato in vari modi di mantenere il servizio bibliotecario. È chiaro però che il bibliotecario è una professione che richiede preparazione e che quindi questa figura non possa essere sostituita facilmente, ci vuole un concorso” conclude Ballerini.