È tempo di bilanci per l’AREV, l’Association Régionale des Éleveurs Valdôtains, riunitasi questa mattina nel salone delle conferenze “Grand Place” di Pollein nell’Assemblea Annuale dei soci.
Diversi i temi toccati, dall’approvazione del bilancio consuntivo 2012 (che si assesta sulla cifra di 6.112.608,68 euro, con un avanzo di 2mila euro), a quello preventivo 2013 (che si attiene alla stessa cifra), fino all’analisi numerica dei capi di bestiame presenti in Valle d’Aosta.
“Siamo moderatamente soddisfatti per il lavoro e il numero delle aziende. – spiega il Direttore AREV Edi Henriet – C’è stata una diminuzione dell’1,7% dei bovini allevati, a fronte comunque di uno 0,3% di aumento dei capi di razze valdostane, con un 1,66% per quel che riguarda le pezzate rosse e un 1,59% per le pezzate nere”.
In ballo naturalmente, quando si parla di risorse e finanziamenti, c’è anche il periodo di difficile convergenza economica, e non si nasconde dietro a un dito il Presidente dell’Associazione Edy Bianquin: “I soldi per le rassegne sono contati, ed abbiamo cercato di contenere al massimo molte delle spese superflue. Quello che iniziamo è un percorso per il 2014, nel quale cercheremo di mantenere quello che abbiamo acquisito portando avanti le misure di benessere, sia sanitario per i capi di bestiame, sia di sicurezza per le aziende”.
La discussione vera e propria, non esente da qualche slancio polemico, si è avuta poi nella parte di dibattito nella quale i soci si sono confrontati direttamente con l’Amministrazione regionale.
A tirare le somme della situazione degli allevamenti in Valle ci pensa l’Assessore all’agricoltura e risorse naturali Giuseppe Isabellon: “Questo è un momento di transizione. Il nostro ufficio sta disponendo il Piano di Sviluppo Rurale (PSR), indispensabile per la aziende, e che prevede sia un’indennità compensativa per i giovani allevatori, sia le pratiche per il prepensionamento”.
Il momento è economicamente infelice, si sa, ma l’assessore promette l’impegno a guardare al futuro: “Gran parte dei finanziamenti – spiega Isabellon – si basa sugli investimenti e sul verde, che per la Valle è fondamentale più che in altre regioni d’Italia. Con l’AREV stiamo cercando di gestire al meglio il momento critico con grande attenzione alla prevenzione e alla sicurezza”.
Qualche protesta si alza dal pubblico riguardo al costo della Fontina e alle quote latte: “Non è possibile – lamenta un giovane allevatore – che produrre un litro di latte ci costi 60 centesimi e che lo si venda a 50”.
A sgomberare il campo ci pensa direttamente il Presidente Augusto Rollandin: “Il periodo è delicato e non vorrei che certe cose fossero male interpretate. C’è qualche ‘mal di pancia’, ma l’amministrazione ha fatto il possibile per sostenere le associazioni che fanno sopravvivere la situazione agricola e zootecnica. Il problema è principalmente economico, perché non sempre l’agricoltura rende per quanto si lavora, mentre sulla questione sanitaria non c’è alcun problema da riscontrare”.
Qualche problema, invece, c’è riguardo al recupero dei crediti: “Quando mancano pagamenti, anche per alcune situazioni individuali – prosegue Rollandin – è la Regione ad anticipare le somme dovute. Abbiamo dato i soldi che spettano agli allevatori e nel frattempo siamo stati attenti al territorio, agli alpeggi e alle bonifiche. Il problema del prezzo del latte si commenta da solo, ma non siamo noi a deciderne il prezzo, anzi. Noi abbiamo fatto il possibile per dare le strutture migliori, per dialogare con il Consorzio e l’Associazione per la Fontina, abbiamo costruito la Centrale del latte e i magazzini per la Fontina, finanziamo l’Institut Agricole, l’irrigazione, i corsi di formazione e paghiamo per l’Istituto Zooprofilattico. Vi siete chiesti chi mantiene la montagna? Qui non siamo all’anno zero, ma purtroppo lo siamo sul prezzo del latte, che non dipende dalla Regione”.