Bilancio in chiaroscuro per gli allevatori valdostani: “senza aiuti la nostra agricoltura muore”

Il mondo zootecnico si è riunito a Pollein in occasione dell’assemblea annuale dell’Arev. Giovedì ci saranno le votazioni per il rinnovo del direttivo, le ultime votazioni risalgono al 2008.
Edi Henriet e Edy Bianquin direttore e presidente Arev
Economia

Gli allevatori valdostani questa mattina si sono riuniti nella Grand Place di Pollein in occasione dell’assemblea annuale dell’Arev. L’incontro è stato l’occasione per fare il punto della situazione e per tracciare un bilanci. Il mondo zootecnico, infatti, si prepara ad andare alle urne: giovedì si voterà per il rinnovo del direttivo. L’assemblea è stata aperta da Edy Bianquin presidente dell’Arev e da Edi Henriet, il direttore che ha illustrato i numeri dell’allevamento valdostano.

I bovini sono in tutto 34.129, in lieve diminuzione rispetto al 2009, quando erano 35.860 ma drasticamente diminuiti rispetto al 2001 anno in cui se ne contavano più di 43 mila. In tutto i soci dell’Arev sono 1780. “Il numero di mucche adulte, nel complesso, è rimasto stabile, sono calati gli animali giovani”, ha sottolineato Heniret.

Alla riunione hanno preso parte anche il presidente Augusto Rollandin e gli assessori all’Agricoltura e alla Sanità, Giuseppe Isabellon e Albert Lanièce. “La situazione, a livello sanitario, è migliorata”, ha detto Lanièce. I problemi maggiori riguardano i ritardi nei pagamenti dei contributi, in particolare per quel che riguarda il verde agricolo. Aiuti che sono diventati fondamentali alla vita delle aziende, come ha detto Rollandin. “E’ il dramma che stiamo vivendo, senza aiuti la nostra agricoltura muore”. Gli allevamenti sono 1.147, in calo del 3,53 per cento.

La campagna attuale per la commercializzazione dei vitelli conferma una tendenza che ormai va avanti da alcuni anni: la maggioranza finisce in Olanda (3.199 capi su 5.106), solo 441 vengono commercializzati in Valle, mentre ben 1.271 partono verso il Veneto. Gli allevatori presenti hanno ribadito il momento difficile che stanno vivendo, facendo riferimento soprattutto al ritardo dei finanziamenti e al prezzo di latte e carne che non basta a mantenere in piedi le aziende.

 

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