Casinò, i lavoratori in protesta: “La politica si è dimostrata inadeguata”

Fuori da Palazzo regionale, mentre all'interno si sospende il Consiglio per un faccia a faccia tra giunta, capigruppo e sigle sindacali, ci sono i lavoratori del Casinò di Saint-Vincent. L'atmosfera tra i dipendenti è tesa: "Siamo solo carne da macello".
Lavoratori del casinò a palazzo regionale
Economia

Fuori da Palazzo regionale, mentre all'interno si sospende il Consiglio Valle per un faccia a faccia tra giunta, capigruppo e sigle sindacali, ci sono i lavoratori del Casinò di Saint-Vincent. Non molti all'esterno, la maggior parte gremisce il salone Maria Ida Viglino in attesa che i lavori consiliari riprendano. La notizia dei 264 esuberi picchia forte e fa paura, i lavoratori rispondono e si presentano in massa in piazza Deffeyes.

Alcuni di loro hanno voglia di parlare, anche perché l'atmosfera è tesa: “Abbiamo sempre subito le scelte del Palazzo – spiega uno dei dipendenti –, della Regione, dei manager, della gestione in generale, tutte persone incompetenti che hanno prodotto questa situazione”.

Emerge, prepotente, nei racconti dei lavoratori della Casa da gioco, il peso di una politica invadente, di un'ingerenza piuttosto opprimente: “Non siamo qui per fare il gioco di nessuna parte politica – racconta ancora un dipendente – e la politica non sarebbe mai dovuta entrare in un Casinò che in realtà non si è mai adeguato, e tenendo conto anche della crisi economica, non si è mai aggiornato. Questo Casinò non attira”.

Il dato inquietante è il 'polso' di chi lavora nelle sale, che parla di “scene desolanti, non ricordo in tutti i miei anni di lavoro così poca clientela”. C'è anche chi, tra i giochi del Casinò ed il 'gioco delle parti' politiche legge la situazione con discreta amarezza.

Uno dei dipendenti che ci rilascia una battuta è uno dei 41 esodati: “Aspettiamo l'isopensione da 5 mesi – spiega – ma io credo che i soldi ci siano, che ci stiano prendendo in giro e che questo sia solo un gioco politico nel quale noi siamo solamente 'carne da macello'”. C'è anche chi prevede un'avvicinamento – per spiegare i licenziamenti – al settore privato, ad una possibile vendita: “Quando si è parlato dell'interessamento dell'Hard Rock Café – ci spiega un dipendente riferendosi alle voci che a novembre davano la multinazionale americana vicina all'acquisto del Casinò – loro sono stati chiari dicendo che avrebbero voluto un massimo di 400 dipendenti. Se licenziamo 260 lavoratori il conto è presto fatto”. In effetti i dipendenti attuali della Casa da Gioco sono 648, e senza malignare il conto tornerebbe.

Ma è sempre la politica ad essere nel mirino dei lavoratori: “Questa azienda – spiegano ancora – non ha 'materia prima', deve solamente aprire le sue porte alla gente e farla entrare. Hanno distrutto ciò che c'era di sano al Casinò, ovvero i clienti. In questa situazione la politica valdostana ha dimostrato tutta la sua incapacità e inadeguatezza”.

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