Cogne Acciai Speciali non rinnova 35 contratti a termine: cresce la preoccupazione dei sindacati

I contratti a termine non rinnovati da Cogne Acciai Speciali dall'aprile scorso salgono quindi a 44. I sindacati: “Situazione critica, serve un piano industriale strutturato. A rischio la tenuta dell'intero comparto”
Forno Cogne Acciai Speciali
Economia

Dopo i 9 lavoratori a termine rimasti fuori ad aprile, ora sono 35 i contratti che non verranno rinnovati da Cogne Acciai Speciali. A comunicarlo, nella giornata di ieri, sono stati Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil e Savt Met, parlando apertamente di “doccia gelata” e di un clima di crescente incertezza occupazionale.

Secondo le organizzazioni sindacali, l’azienda ha confermato l’impossibilità di prolungare i rapporti di lavoro per complessivi 44 addetti, a causa della crisi del settore automotive e degli effetti dei dazi internazionali. “La situazione non migliora – spiegano – anzi, ogni incontro con l’azienda si conclude con notizie peggiorative”.

Il timore riguarda non solo i contratti in scadenza, ma anche lo stop agli investimenti già programmati per l’anno in corso. “La Cogne è l’unico stabilimento siderurgico della nostra regione – ricordano i sindacati – attorno al quale gravitano 1.500 lavoratori. La preoccupazione sul futuro dell’azienda cresce di giorno in giorno”.

L’appello è rivolto a tutte le parti in causa: “È necessario iniziare a lavorare a un piano industriale strutturato, che metta al centro la tenuta occupazionale e dia risposte concrete alle esigenze dei lavoratori. Se l’emorragia di personale continuerà, le conseguenze potrebbero essere ancora più gravi”.

“Non vogliamo creare allarmismi – precisano i rappresentanti sindacali –, ma la situazione non è idilliaca. Taglio dopo taglio, la coperta diventa più corta, e a pagare saranno sempre le lavoratrici e i lavoratori”.

La nota congiunta si chiude con un messaggio chiaro rivolto alla proprietà: “Comprendiamo le logiche di mercato e le esigenze di bilancio, ma non si può prescindere dalle persone. I lavoratori devono essere la priorità”.

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