L’assenza di vento, oggi, non aiuta, ma il gesto rimane: ad Aosta, nella storica sede di via Conseil des Commis, è stata issata la bandiera di Confindustria.
Bandiera che vuole celebrare i 75 anni del ramo valdostano della confederazione, fondata il 2 giugno 1945, in un anno a dir poco peculiare, quello della crisi Covid-19 che mette a serio rischio l’imprenditoria non solamente italiana o regionale.
Una bandiera issata dopo due anni di limbo, “una lunga disputa contro la burocrazia” dice il Presidente Giancarlo Giachino, che assume significati altri: “Confindustria – spiega -, è un vero e proprio attore sociale, sempre più al fianco degli imprenditori, di fatto gli eroi nascosti di questa emergenza. È un gesto simbolico, in questo particolare momento dell’economia europea, nazionale e regionale, quasi a voler sottolineare la volontà di partecipare al fianco dei nostri associati alla ripartenza che ci auguriamo possa vederci tutti vincenti”.
O meglio: “Vogliamo essere protagonisti senza protagonismi – aggiunge Giachino -, consapevoli del nostro ruolo, da 75 anni a fianco degli imprenditori”.
Le celebrazioni dei 75 anni di Confindustria
Il momento storico, spiegano da via Conseil des Commis, non permetterà un programma di manifestazioni articolato per il “compleanno” di Confindustria, come spiega Marco Lorenzetti, che di Confindustria Valle d’Aosta è Direttore generale: “Il primo evento è proprio la bandiera issata, ma non vogliamo rinunciare ai festeggiamenti. Iper quest’anno prevediamo una serie di eventi, virus permettendo, che saranno ridotti, ma che avranno come ‘leitmotiv’ la volontà di riportarci a contatto con la base associativa in un momento importante della nostra vita economica”.
Un programma di eventi – in base alle categorie merceologiche che compongono l’associazione – ancora tutto da costruire ma che due appuntamenti già li ha definiti, con l’incontro, a luglio, con Alberto Dal Poz, Presidente di nazionale di Federmeccanica, e l’Assemblea generale probabilmente a settembre.
Le “ferite profonde” dell’economia e l’ascolto delle istituzioni
Un volersi “riavvicinare alla base” che però fa il paio con un altro elemento: “Questo è un periodo di ferite profonde nell’economia che rischiano di lasciare un solco ancora più profondo – spiega invece il Vicepresidente dell’associazione Francesco Bonfiglio -. Gli imprenditori sono una categoria coraggiosa, e oggi lo sono ancora di più. Il loro parere e quello di Confindustria ora è vitale, e che le istituzioni ascoltino è l’unico modo che possa favorire lo sviluppo. La burocrazia è un problema nazionale, atavico, e ascoltare chi la vede come ostacolo in un momento in cui gli ostacoli non servono è necessario”.
Punto sul quale insiste anche Giachino: “Non ci siamo mai sottratti al confronto, consapevoli dell’urgenza di certe scelte. Il tempo, per un imprenditore, non è mai una variabile trascurabile e men che meno può esserlo nel contesto di un’emergenza come l’attuale, che sta colpendo gli investimenti e la competitività e che rischia di lasciare troppi lavoratori indietro. Le proposte che abbiamo fatto sono state utili e importanti ma non sono sufficienti, è la fiducia che dobbiamo recuperare”.
“Le richieste di modifica al disegno di legge sull’assestamento di Bilancio regionale – aggiunge Lorenzetti – non arrivano dal Consiglio di presidenza ma direttamente dalla base, che dobbiamo tornare tutti ad ascoltare perché sta soffrendo molto, ed è giusto che Confindustria se ne faccia portavoce”.
Può, per quanto simbolica, una bandiera essere anche vettore di fiducia? Forse sì: “Issare una bandiera – chiude Bonfiglio – significa rendersi visibili e presenti anche in modo fisico, in un momento in cui la presenza fisica è quasi una chimera. Il senso di questo gesto diventa forte quando non ci sono più certezze, in mondo sempre più virtuale. Un gesto che dice che ci siamo sempre di più e oggi siamo ancora più visibili”.