Fiera di Sant’Orso: dal 2009 si cambia. Introdotte nuove regole per l’artigianato di tradizione

La giunta regionale ha approvato, di recente, un nuovo elenco, delle tecniche e dei materiali e delle lavorazioni, che rispondono al requisito di artigianato valdostano di tradizione, in vigore dal 1° febbraio 2008.
Paola Ippolito, l'Assessore La Torre e Luigi Vesan
Economia

Se per l’edizione 1008 della Fiera di Sant’Orso, in programma il 30 e il 31 gennaio prossimi, rimangono valide le regole di sempre, l’edizione del 2009 della fiera millenaria dovrà misurarsi con alcuni importanti cambiamenti che riguardano l’artigianato valdostano. La giunta regionale ha, infatti, approvato, di recente, un nuovo elenco, delle tecniche e dei materiali e delle lavorazioni, che rispondono al requisito di artigianato valdostano di tradizione, in vigore dal 1° febbraio 2008.

Dall’elenco delle lavorazioni ammissibili, è stato escluso il colore usato con sempre maggior frequenza nelle sculture e nei bassorilievi. “Il colore – precisa Paola Ippolito dell’Assessorato alle Attività Produttive – non fa parte della tradizione  e deve essere considerato un’interpretazione artistica: in passato era presente solo nei giocattoli o nell’iconografia dei santi”.

Per questo motivo le sculture colorate, dal 2009, non saranno più considerate artigiano di tradizione: gli artigiani che volessero esibirle alla Fiera di Sant’orso non potranno accedere allo spazio espositivo di Piazza Chanoux,  l’Atelier des Arts et des Metier. Anche per i fiori in legno non sarà ammessa la colorazione mentre per le produzioni in serie sono state inserite delle limitazioni: fino a 500 pezzi ch dovranno essere numerati e rifiniti a mano.

 “Non vogliamo mettere un freno alla creatività o bloccare l’evoluzione dell’artigianato – ha spiegato Leonardo La Torre, Assessore alle Attività produttive –  ma dobbiamo fare chiarezza su cosa sia l’artigianato valdostano di tradizione e quali gli elementi che lo definiscono per difendere le nostre peculiarità e le radici storiche. Il rischio, altrimenti, a cui ci esponiamo è quello di esporre i nostri artigiani ad imitazioni e riproduzioni di bassa qualità e a basso costo”.

La decisione della Giunta regionale ha suscitato, però, alcune polemiche con  gli artigiani preoccupati delle ripercussioni economiche che il provvedimento potrebbe generare nel settore. Il mondo dell’artigianato valdostano conta 2.000 iscritti al registro di cui 1.600 nella categoria “artigianato di tradizione” e tra questi 120 professionisti con un giro d’affari  stimato approssimativamente in 6 milioni di euro all’anno.

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