Fse, corsa contro il tempo per limitare il disimpegno di risorse

Entro il 31 dicembre 2017 la Valle d’Aosta deve certificare 2,6 milioni di euro del programma operativo del Fondo sociale europeo, 8,1 milioni l’anno successivo. Un obiettivo che viene ormai dato per impossibile da raggiungere.
Economia

Entro il 31 dicembre 2017 la Valle d’Aosta deve certificare 2,6 milioni di euro del programma operativo del Fondo sociale europeo, 8,1 milioni l’anno successivo. Un obiettivo che viene ormai dato per impossibile da raggiungere. Si lavora comunque per cercare di salvare il salvabile. Per questo sul tavolo del neo assessore regionale alle Attività produttive, Fabrizio Roscio è arrivata la richiesta di implementare la struttura che fino al 2011 poteva contare anche su 36 consulenti esterni mentre ora si trova senza un coordinatore, con un dirigente prossimo al trasferimento e con otto dipendenti che hanno già accumulato un monte ore importante di straordinari. Un avviso di mobilità interna potrebbe quindi arrivare a breve per almeno un paio di funzionari. “Abbiamo bisogno di risorse umane perché non possiamo continuare a spremere la gente in questo modo e se non riusciamo a portare avanti il lavoro rispettando le scadenze il rischio è di perdere 8 milioni di euro” sottolinea Fabrizio Roscio.

Il settore, fondamentale in anni di crisi come quelli attuali, è stato via via depotenziato non solo sul fronte delle risorse umane ma anche su quelle economiche. Fino a pochi anni fa il piano politiche del lavoro poteva contare su 10 milioni di euro annui, risorse che si affiancavano a quelle europee, mentre oggi bisogna fare affidamento quasi solo su quest’ultime che hanno dei meccanismi più complessi di spesa.

Su una disponibilità di 55 milioni di euro il programma regionale del Fondo sociale europeo a metà circa della programmazione 2014/2010 ha al momento impegnato quasi 13 milioni di euro. Quattordici in tutto gli avvisi pubblicati fra cui quello da 3,2 milioni di euro per i corsi triennali di istruzione e formazione professionale, ai 2,6 milioni dei corsi biennali di formazione professionale e all’1,8 milioni dei tirocini.

Oltre alle carenze di organico la situazione di impasse in cui si trova la programmazione Fse è da imputare a ritardi sull’avvio delle procedure da parte della Commissione europea e dello Stato italiano. “Una situazione che accomuna tutte le regioni italiane” spiega il dirigente Massimiliano Cadin. Ai ritardi strutturali del sistema Italia si aggiungono però altri problemi, alcuni prettamente locali. Dalla chiusura della precedente programmazione che si è intersecata con l’avvio della nuova, alle nuove regole in materia di appalti, all’introduzione del bilancio armonizzato fino alle nuove regole imposte dalla commissione europea sulle unità di costi standard regionali. La Valle d’Aosta solo da alcuni mesi – le altre regioni italiane c’erano arrivate con la scorsa programmazione  – si è dotata, affidandosi ad una società esterna, delle unità di costi standard regionali. Con questi si è potuto dare avvio alla programmazione mentre per dar gambe alla certificazione serve ora la messa in funzione del portale di gestione dei fondi europei Sispreg2014. Costato oltre 500mila euro il portale ha già incontrato non poche difficoltà.

“E’ l’unico strumento con cui possiamo interfacciarci con il Ministero e la Commissione” ricorda Cadin. Inva ha assicurato alla Regione che il sistema sarà ultimato per la fine dell’estate. “Senza questo sistema noi non possiamo certificare la spesa, quindi, anche fossimo virtuosi, perderemmo comunque i fondi. –  prosegue Cadin –  Questo è un grande nodo per il 2017”. 

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